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Una poltrona per tre

Michele Emiliano (centrosinistra), Antonella Laricchia (Movimento 5 Stelle) e Francesco Schittulli (centrodestra) sono i candidati ufficiali alla presidenza della Regione Puglia

Michele Emiliano, Antonella Laricchia, Francesco Schittulli. Saranno questi tre nomi e questi tre volti a competere per il ruolo di Presidente della Regione Puglia nelle prossime elezioni di maggio. Tre personalità, e altrettante storie, molto differenti su cui i cittadini pugliesi dovranno esprimersi.
Emiliano e Laricchia vengono da una selezione democratica, seppure con modalità e numeri di legittimazione ben diversi: l’ex sindaco di Bari ha prevalso nella corsa a tre delle primarie del Partito Democratico, conquistando il 57,18% delle preferenze (pari a 76.930 voti) contro il 31,38% di Dario Stefàno e l’11,44% di Guglielmo Minervini; numeri assai diversi quelli di Antonella Laricchia che è stata votata da 596 persone sulla piattaforma di Beppe Grillo, sbaragliando la concorrenza di altri dieci candidati. La Laricchia non è, però, nuova a ottime performances in termini di consenso elettorale, visto che aveva ottenuto ben 34.644 voti alle ultime elezioni europee del 25 maggio 2014.
Per quanto riguarda, invece, il candidato del centrodestra è stato il diktat di Silvio Berlusconi a “benedire” la candidatura di Francesco Schittulli il quale ha avuto la meglio su Raffaelle Fitto, altro nome caldo per la corsa alle prossime elezioni regionali. E proprio la posizione e il ruolo di Fitto, la sua capacità di andare oltre i conflitti personali con Berlusconi in merito alla linea da seguire nei confronti del governo Renzi, potrebbero fare da ago della bilancia e determinare trionfi e sconfitte nella bagarre elettorale della Regione Puglia.
Intanto, come da rito, iniziano a delinearsi le prime alleanze, eccezion fatta per il Movimento 5 Stelle che farà corsa solitaria, come da tradizione, forte anche di un sostanziale radicamento su Internet, social network e piazze italiane. Michele Emiliano potrà contare, oltre che sul Partito Democratico, sull’Udc, su Italia dei Valori, sul Partito Socialista italiano, su Centro Democratico, su Realtà Italia e, molto probabilmente, anche sull’appoggio di Sel, nonostante le diatribe nazionali e regionali delle ultime settimane. Sull’altro fronte, Schittulli potrà contare sul sostegno del Nuovo Centrodestra, su Fratelli d’Italia e su Area popolare, ma le fila di entrambi gli schieramenti sono destinati a ingrossarsi grazie alle liste civiche.
Saranno, però, le tematiche più calde come sanità, Tap, ambiente e turismo a incendiare il dibattito elettorale, ma ancor più significative potrebbero risultare le lotte che si stanno palesando sullo scenario nazionale: da una parte Sel contro il Partito Democratico e, dall’altra, Fitto contro Berlusconi. Dall’esito di queste diatribe, a cascata, potrebbero generarsi esiti imprevedibili sulla corsa alla prossima presidenza della Regione Puglia. 

Michele Emiliano

Classe 1959, è stato il primo ad essere candidato al ruolo di presidente della Regione Puglia per le elezioni del prossimo maggio. Uscito vincitore dalle primarie del Partito Democratico che l’ha visto contrapposto a Guglielmo Minervini e Dario Stefano, l’ex primo cittadino di Bari si candida al ruolo di “Sindaco della Puglia”, così come ama definirsi anche per sintetizzare al meglio quella che dovrà essere la funzione del prossimo Governatore della Puglia, vale a dire un uomo in grado di ascoltare le comunità, provando a risolverne i problemi.
Magistrato in prima linea nella lotta alla mafia, sin dagli esordi ad Agrigento dove incrocia Giovanni Falcone e Rosario Livatino, dal 1990 al 1995 Emiliano è alla Procura di Brindisi dove si occupa di mafia, prima di passare a Bari nella Direzione Distrettuale Antimafia di cui sarà uno dei protagonisti fino alla decisione di entrare in politica con il centrosinistra, candidandosi a sindaco di Bari nel 2004. Vittoria schiacciante per la sua lista civica e bis di mandato ottenuto nel 2009, quando però supera il suo avversario, Di Cagno Abbrescia, soltanto al ballottaggio.
Nei suoi due mandati spiccano, in particolar modo, la ricostruzione del Teatro Petruzzelli e lo scenografico abbattimento dell’ecomostro di Punta Perotti, edificio voluto dai Matarrese nel 1995 e costruito proprio a ridosso della spiaggia di Pane e Pomodoro.
La sanità sarà uno dei nodi gordiani più difficili da sciogliere per chiunque si siederà sul “trono” di Presidente della Regione Puglia. Per Emiliano la ricetta sarà a base di semplificazione e trasparenza “estromettendo i politici dalle decisioni che riguardano le nomine della sanità e assegnando loro il ruolo che compete: indicare la visione strategica delle cose da fare, mettere a disposizione le risorse e fare in modo di controllare che alle parole seguano i fatti”.
Altri due temi su cui Emiliano dovrà particolarmente pesare le parole sono Xylella e Tap, due questioni prettamente salentine e molto sentite dalle popolazioni locali. E se sull’infezione che sta falcidiando gli ulivi nostrani l’ex sindaco di Bari è stato piuttosto chiaro (“Sono a favore del Commissariamento, la Regione fino ad ora ha perso tempo”), sull’affaire gasdotto la posizione è sembrata un po’ altalenante tra sostegno al Governo nazionale, schierato per il sì dell’opera, e la rabbia dei cittadini che chiedono, come accaduto con la protesta durante un incontro a Leverano, una posizione chiara e netta di contrarietà al gasdotto.
 

Antonella Laricchia

Ventottenne, laureanda in Architettura al Politecnico di Bari, è la giovanissima candidata alla presidenza della Regione Puglia per il Movimento 5 Stelle. Forte dei suoi 596 voti ottenuti sul sito web di Beppe Grillo che le hanno permesso di vincere la corsa delle cosiddette “regionalie” e, soprattutto, delle più di 34mila preferenze ottenute alle scorse elezioni europee, Laricchia si candida a fare da pungolo ai due candidati principali -almeno sulla carta- Schittulli ed Emiliano.
Stando al curriculum, messo on line sul sito del Movimento 5 Stelle, due saranno le tematiche principali su cui Laricchia presterà un occhio di riguardo: il turismo, ma soprattutto l’ambiente. Volontaria per diversi anni della Pro Loco di Adelfia, sua città di residenza, con la quale ha realizzato diversi eventi oltre a svolgere il ruolo di guida turistica, Antonella Laricchia nel febbraio del 2014 è stata facilitatrice, sempre volontaria, per la fornitura del kit della raccolta differenziata porta a porta, informazione sulle procedura di corretta raccolta, accoglienza del pubblico e gestione dei conflitti e delle lamentele. Attività a cui vanno aggiunte le diverse manifestazioni e iniziative in materia ambientale che ha affrontato come attivista dei 5 Stelle.
E sull’ambiente il Movimento avrà di che discutere nel Salento tra Ilva, Cerano, Xylella, Tap ed energie rinnovabili. Il Movimento 5 Stelle sin dal novembre 2013 bollò come “l’ennesimo scempio dell’ambiente” la decisione di far arrivare a San Foca il gasdotto Tap per far transitare fino all’Europa il gas proveniente dall’Azerbaigian. Le mozioni negative presentate in Commissione Ambiente dai parlamentari pentastellati e anche l’arrivo in loco di Beppe Grillo per dare manforte alle popolazioni locali non hanno sbloccato una situazione su cui il Governo nazionale pare convinto a dare il proprio assenso.
“Dobbiamo recuperare assolutamente l’orgoglio e la dignità di una dimensione locale, in tutti gli ambiti della nostra italianità, anche in nome della sostenibilità ambientale -sostiene Antonella Laricchia nella sua dichiarazione di intenti-. Dobbiamo recuperare ciò che è già stato antropizzato, lasciando il suolo ancora naturale all’agricoltura ed ai boschi. Questo deve valere anche per le rinnovabili, da incentivare ma, evitando di colmare i terreni agricoli di pannelli solari (che vanno su case e capannoni o altri luoghi antropizzati). L’eolico forse è più ‘adatto ad adattarsi’ in campagna, anche se la questione va affrontata caso per caso”.

Francesco Schittulli

Oncologo di fama internazionale e presidente nazionale della Lega italiana per la Lotta ai Tumori, è il volto scelto da Silvio Berlusconi per sfidare Michele Emiliano nella corsa a presidente della Regione Puglia. Una candidatura ufficiale arrivata solo pochi giorni fa, ma che ha trovato un’ampia rosa di sostenitori, in primis il suo principale “rivale” Raffaele Fitto.
Sessantottenne di Gravina di Puglia, medico chirurgo in primissima linea nella lotta ai tumori, Schittulli è stato, tra i numerosi incarichi di prestigio, direttore dell’Istituto oncologico di Bari dal 1993 al 1997, è componente della Commissione Oncologia Nazionale per il Ministero della Salute, nonché referente della fondazione internazionale Breast Health Institute, prima di tuffarsi nell’agone politico con l’incarico di presidente della Provincia di Bari dal 2009 al 2014. Un impegno non privo di sussulti come testimoniano le dimissioni, poi ritirate, nel 2011 per alcuni contrasti con le forze della coalizione che ne avevano sostenuto la candidatura.
E da appartenente al mondo della sanità, che non abbandonerà nemmeno in caso di elezione a governatore della Puglia avendo promesso di continuare a fare il chirurgo due volte a settimana, il primo impegno ufficiale da candidato alla presidenza è quello relativo alla riduzione del ticket sanitario per chi ha un reddito inferiore ai 24mila euro annui.
Altro tema scottante che caratterizzerà la campagna elettorale, in particolar modo qui nel Salento, sarà quello dell’ambiente, vessato com’è tra i fumi cancerogeni dell’Ilva, il probabile arrivo di un gasdotto Tap a San Foca, osteggiato dalla popolazione, e l’infezione della Xylella fastidiosa che sta letteralmente mettendo in ginocchio centinaia di agricoltori e vivaisti.
In quest’ultimo caso l’agricoltura, “motore vitale dell’economia del territorio”, così come la definisce Schittulli sul proprio sito web, paga i ritardi negli interventi da parte della Regione; ritardi a cui dovrà porre rimedio l’azione del commissario straordinario Giuseppe Silletti, nominato negli ultimi giorni.
Anche sull’Ilva la posizione di Schittulli è chiara ed è rivolta non alla chiusura dell’azienda, ma a una sua messa in sicurezza adeguandosi agli standard ambientali fissati dall’Unione Europea nella speranza di vedere drasticamente diminuire la percentuale abnorme di tumori nelle zone vicine ed esposte ai fumi inquinanti dell’acciaieria di Taranto.

Alessio Quarta