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Una città off limits per i diversamente abili

La denuncia di Eugenio Memmi: “Andare in giro per Casarano su una carrozzina diventa un’impresa degna di Indiana Jones” 

 

Non si può certamente definire a misura di disabile una città in cui le barriere architettoniche sono la norma e nella quale l’inciviltà di molti automobilisti rende un’odissea anche il tragitto più semplice. A lanciare l’allarme, questa volta, è Eugenio Memmi. L’infermiere caposala, fondatore del sito Tuttocasarano.it, è ritornato da poco a Casarano, dopo otto mesi dall’incidente stradale che lo aveva visto coinvolto, tenendolo a lungo in bilico tra la vita e la morte. 

Eugenio è alle prese con un lungo percorso riabilitativo, in attesa di ultimare il quale si serve di una carrozzina per deambulare. Fortunatamente, Eugenio ce l’ha fatta a superare il peggio, ma, una volta giunto a Casarano, oltre all’affetto di tantissimi amici e conoscenti, ha trovato una città piena di barriere architettoniche delle quali, come avviene solitamente a chi non è costretto su una sedia a rotelle, non si era reso conto prima. “Avete mai provato -chiede ironicamente Memmi- a camminare per le strade di Casarano usando degli ausili per disabili, affrontando strade disconnesse, strette, impervie, tappezzate di ricami di catrame che le rendono difficili da percorrere senza un valido aiuto?”.

L’infermiere non esita a definire anche il più piccolo spostamento per le strade di Casarano “un viaggio alla Indiana Jones”. “Quanti giri -spiega Memmi- devo percorrere, accompagnato da mio fratello, per superare un semplice tratto di strada circondato da tombini, marciapiedi fantasma, passaggi per disabili chiusi da autisti senza un minimo di coscienza sociale. Il tutto fra un sobbalzo e l’altro e tra le tante buche, che hanno messo a dura prova il mio fondoschiena”.

Persino andare a visitare i propri cari defunti diventa un’impresa. “Recandoci al cimitero per la festività dei morti -continua Memmi- abbiamo scoperto che spostarsi tra le sepolture in carrozzina è impossibile. La maggior parte dei vialetti impedisce il transito, per non parlare dei parcheggi riservati ai disabili perennemente occupati in modo abusivo. Strade ricoperte da canali otturati dal catrame, tubi d’acqua piovana che rendono ogni percorso un’avventura scoraggiante, marciapiedi con pochissimi rialzi per disabili: sono queste le sconcertanti realtà che attendono i nostri disabili”. E pensare che basterebbe un po’ di senso civico in più per rendere la città più accessibile.

 

Alberto Nutricati