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Un filobus chiamato desiderio

Si preannunciano ancora lunghi i tempi per l’attivazione del nuovo servizio in città. Nel frattempo l’Ati consegna all’Amministrazione comunale un’ingiunzione di pagamento di oltre 2 milioni di euro 
 
Pochi giorni fa il sindaco Paolo Perrone aveva chiamato a raccolta assessori e dirigenti per richiedere un’ulteriore stretta di cinghia in vari settori e la questione filobus oggi torna a “pescare” in acque decisamente agitate. Infatti, un’ingiunzione di pagamento di 2 milioni e 200 mila euro recapitata alcuni giorni fa all’ente, arriva nel pieno della preoccupazione sul bilancio.: a tanto ammonta la somma richiesta dall’Ati (di cui è capofila la Sirti Spa) al Comune di Lecce per la realizzazione del filobus con 
Questa volta però, per qualcuno potrebbe avere anche del torbido. Il denaro mancherebbe infatti all’appello, nonostante la prima rata del mutuo (acceso nel 2005 per far fronte alla costruzione del filobus) tra il Comune e la Bai sia già stata erogata da tempo. Una richiesta formale da parte del centrosinistra è già  arrivata ai responsabili della ragioneria. In sostanza l’opposizione, capitanata da Antonio Rotundo, chiede di sapere se quelle somme non siano state per destinate ad altre spese. Occorre ricordare che sulla questione esiste una indagine della Guardia di Finanzia in cui si ipotizza il danno erariale per l’ente. Se la risposta degli uffici non soddisferà i consiglieri, dunque, si trasformerà in una interrogazione scritta per il sindaco, già alle prese con il bilancio più difficile degli ultimi anni. Intanto, la visita della Sirti per fare il punto sulla filovia cittadina ha rispolverato quelle che sembrano vecchie ruggini tra l’assessore ai Trasporti Giuseppe Ripa e la Sgm, capitanata da Gianni Peyla. Ripa non era presente all’incontro perché fuori città ma nemmeno Peyla, che intanto comunicava all’assemblea dei soci le nomine per niente indolori dei vertici Sgm, la partecipata  del Comune nelle cui mani, con una delibera del 2008, è passato come una patata bollente l’intero pacchetto filobus. 
Insomma, una croce che in pochi sembrano disposti a caricarsi. E che tra assessore e presidente della Sgm non corra buon sangue lo testimonia anche la recente polemica sul bike sharing, che vide Ripa accusare dei ritardi per il servizio di bici in città proprio l’inadempienza di Sgm. Intanto, però, i tempi del filobus restano lenti: a giugno si partirà con la sospirata formazione degli autisti, poi ci sarà il contratto di manutenzione con i costruttori per la gestione della linea aerea e solo allora il cosiddetto “pre-esercizio”, che vedrà nuovamente il filobus circolare per la città, ma senza passeggeri. Al loro posto ci saranno invece dei sacchetti pieni d’acqua che testeranno la tenuta dei mezzi lungo il percorso su strada. Inutile dire che di fronte alla solita domanda sui tempi d’attivazione, questa volta nessuno si senta di azzardare previsioni. 
 
Alessandra Lupo