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Un Consiglio per la buonuscita

Fra dicembre 2012 e marzo 2013 oltre la metà dei consiglieri della Regionale Puglia ha chiesto e ottenuto un acconto sull’indennità di fine mandato, con cifre che vanno dai circa 70mila euro per chi è stato eletto la prima volta nel 2010 agli oltre 200mila per chi ha alle spalle più legislature. Niente male per un Ente che, per tagliare i vitalizi, aveva emanato anche una legge ad hoc 
 
La notizia l’ha data per primo il quotidiano “Libero” nei giorni scorsi e ha generato numerose polemiche, anche accese. Infatti secondo il giornale diretto da Maurizio Belpietro molti consiglieri regionali pugliesi stanno ricevendo un anticipo della liquidazione spettante al termine della consiliatura. È partito così a Bari una sorta di “festival degli assegni”, con i membri del parlamento pugliese felici di incassare somme non inferiori ai 70mila euro. 
Si tratta dell’80% della liquidazione lorda, maturata al 31 dicembre scorso, riservata ai consiglieri eletti per la prima volta nell’aprile 2012. Le cifre lievitano se a richiedere l’assegno sono i consiglieri regionali che hanno alle spalle più anni di anzianità. È il caso di Silvia Godelli, tre volte consigliera regionale ed attualmente assessore esterno al Mediterraneo, alla Cultura e al Turismo. Oppure dei Pdl Filippo Tarquinio e Rocco Palese, che in queste settimane si sono dimessi da consiglieri regionali perché eletti in Parlamento. 
Il paragone imbarazza se si guarda ad un’altra casta, quella nazionale, in teoria più privilegiata rispetto alle istituzioni periferiche. Invece, vedendo come sono stati liquidati (dal punto di vista economico, si intende) politici come Gianfranco Fini, Massimo D’Alema e Franco Marini, si scopre che in Puglia si viaggia su cifre più alte. 
Ma da dove nasce la fretta di percepire l’anticipo sulla liquidazione? La gran corsa all’acconto è scattata con le nuove norme sui tagli dei costi della politica del dicembre scorso: la legge n. 34/2012, che -almeno in teoria- avrebbe dovuto abolire i vitalizi. Si, perché il 3 aprile scorso è stato approvato un emendamento che ha risparmiato dai tagli tutti quelli che sono già in Consiglio, ai quali andrà una ricca indennità di fine mandato, della quale più della metà dei consiglieri ha già chiesto e ottenuto un anticipo. Sembra infatti che la prassi a viale Capruzzi sia quella di accontentare chiunque ne faccia richiesta. 
Intanto il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna ha fatto sapere che tali notizie, quanto ad indennità e vitalizi, appaiono ingiustificate e destituite di ogni fondamento. “Nella seduta del Consiglio regionale convocata per venerdì 3 maggio -sottolinea Introna- verrà cancellata la norma che consente ai consiglieri l’eventuale completamento a titolo oneroso della contribuzione previdenziale. Infatti, come annunciato, si provvederà all’abrogazione dell’emendamento approvato lo scorso 3 aprile quale interpretazione autentica della legge regionale n. 34/2012, che tra le misure sulla riduzione dei costi della politica ha anticipato al 2013 l’eliminazione del vitalizio”.
 
Stefano Manca