Pronte 200 firme per recintare l’area. Contro rumori e bivacchi, i residenti fanno quadrato e preparano una petizione da presentare al sindaco Perrone
Cancello sì, cancello no. I fautori del sì sembrano avere la meglio, per il momento, e il cancello di recinzione dell’ex Convitto Palmieri potrebbe non tardare ad arrivare. Duecento residenti nel centro storico leccese presenteranno nei prossimi giorni al sindaco Perrone le proprie firme per chiudere con un cancello piazzetta Carducci nelle ore notturne. “Conviviamo da anni con la movida -scrivono i residenti- ma questa non è movida, è solo spaccio, vetri rotti, ubriachezza”.
Ed effettivamente il problema del bivacco, pare, non sia stato totalmente risolto neanche grazie al supporto delle telecamere di videosorveglianza. Perciò, su una delle piazze più frequentate dalla Lecce notturna, il dibattito si accende. Forti del bisogno di sicurezza e tranquillità, i residenti hanno seguito le indicazioni del sindaco Perrone, che all’indomani di un episodio di violenza fece in prima persona un sopralluogo, incontrando i residenti e ascoltando le loro ragioni. L’invocazione di un cancello è stata talmente forte da raccogliere centinaia di firme che, con tutta probabilità, porteranno alla soluzione auspicata: un cancello di recinzione nelle ore notturne.
“Raccogliete un numero sufficiente di firme e si farà”, aveva assicurato il primo cittadino, Paolo Perrone. Eccolo servito. Centinaia di giovani sotto casa, ben serviti da rivendite di alcolici a basso prezzo e -dicono i residenti- anche da spacciatori di ogni tipo di droga, sono motivo di continua ansia per chi vive nei dintorni di piazzetta Carducci (dove sorge il Convitto). Se a ciò si aggiungono i recenti fatti di violenza accaduti nelle scorse settimane (il pestaggio di un bengalese venditore di rose e l’aggressione nei confronti di due rumeni da parte di un gruppo di marocchini) ce n’è abbastanza perché la ‘crociata’ dei residenti trovi terreno fertile nell’opinione pubblica della città. Ora toccherà al sindaco valutare se il numero di firme raccolte dai residenti sia congruo.
Nel frattempo anche la controparte, i giovani del Convitto, si mobilita sulla rete. Fatto sta che gli abitanti non ne possono più. La zona, a loro dire, è diventata una discarica a cielo aperto, un bagno pubblico perenne e, soprattutto, sempre più spesso le famiglie al mattino ritrovano l’infelice sorpresa di bottiglie gettate sotto i portoni o lasciate sulle auto. C’è da dire che, dall’ultima visita del sindaco nella zona, le cose sono cambiate. Diverse le pattuglie che, soprattutto nel week-end, sostano proprio di fronte al convitto. Vigili urbani a passeggio o posizionati nei punti strategici che, sicuramente, assicurano una maggiore tranquillità e danno meno spazio a movimenti illeciti.
Sul popolarissimo social network Facebook, qualcuno si è anche divertito a immaginare come potrebbe essere il nuovo cancello. Magari in linea con l’assetto architettonico dell’ex Convitto. Quello reale, però, resta sicuramente il più desiderato da tutti. Sull’orario e i giorni di apertura di negozi e pub, il sindaco non può farci più di tanto. “Sono normative nazionali -aveva concluso, rispondendo alle domande dei cittadini- e a partire dal nuovo anno potrebbe essere ancora peggio”, ha detto Perrone, con riferimento alle domeniche lavorative. Per il momento, carta canta e le firme son bell’e pronte.
Barbara Politi