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Un buco nell’acqua

Dopo gli allagamenti delle ultime piogge, il consigliere Antonio Giannuzzi ha criticato l’inerzia dell’Amministrazione sulla realizzazione del recapito finale delle acque bianche 

 

Non si placano le polemiche a seguito dei numerosi disagi causati dai violenti acquazzoni che la scorsa settimana hanno colpito Maglie. Dopo che il sindaco Ernesto Toma ha annunciato la volontà di richiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale, il consigliere di “Città libera” Antonio Giannuzzi ha puntato il dito contro l’Amministrazione comunale, rea a suo dire di aver sottovalutato le possibili conseguenze di un evento seppur straordinario come quello delle “bombe d’acqua” improvvise e di mascherare la realtà alla stampa.

“Gli impegni che furono presi dopo gli allagamenti di via Muro, via Ospedale e via Otranto degli anni precedenti -tuona Giannuzzi- sono stati riproposti, con maggiore enfasi, anche quest’anno. Le soluzioni sulla carta ci sono ma, vuoi per mancanza di fondi, vuoi per il mancato utilizzo di altri, vuoi per quelli persi per il continuo differimento dei lavori, il tutto è rimasto sulla carta”. 

Il consigliere di opposizione sposta poi l’attenzione sulla possibile causa di tutto, ovvero l’aerea del recapito finale delle acque bianche (nella foto): “L’opera, finanziata con soldi pubblici per oltre 2 milioni di euro, vieta di sversare direttamente in pozzi l’acqua di pioggia, per scongiurare l’inquinamento della falda. Qualcuno immaginava, anche, che quella depressione naturale, dove dovevano confluire le acque di pioggia di tutta la città, poteva diventare un laghetto, possibile sede di insediamenti faunistici. A distanza di 6 anni -continua Giannuzzi- oltre l’acqua del collaudo, non c’è stato nessun sversamento in quel posto. Oggi l’incuria regna, recinzione in parte abbattuta, rovi dappertutto, cancelli aperti”. 

Il pensiero finale di Giannuzzi, pone dubbi e interrogativi, della serie “si sarebbe potuto evitare”: “Forse, se l’impianto fosse entrato in funzione, le pompe di sollevamento potevano accelerare il deflusso delle acque. Forse, le piogge tanto attese, che hanno di fatto lavato le strade, portando con sé tutti i residui, oleosi e non, potevano essere sversate direttamente in pozzo. E mi chiedo se valeva la pena spendere 2 milioni di risorse pubbliche per avere solo danni senza nessun vantaggio”. 

 

Ugo Tramacere