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Tutti a scuola a ottobre?

La proposta del senatore Rosario Giorgio Costa di cominciare, per legge, le lezioni scolastiche dopo il 30 settembre ha scatenato polemiche e dibattiti: favorevole il ministro Gelmini, contraria la Lega

 
Con ogni probabilità non vedrà la luce il disegno di legge che il senatore salentino Rosario Giorgio Costa ha presentato nei giorni scorsi, ma resterà sicuramente come uno dei provvedimenti più brevi e concisi della storia della legislazione repubblicana. Il disegno di legge, che impone la partenza delle lezioni negli istituti a partire dai primi di ottobre, è composto infatti da un solo articolo, di 16 parole appena: “Per le scuole di ogni ordine e grado l’anno scolastico ha inizio dopo il 30 settembre”. La motivazione secondo Costa è semplice: “L’attuale inizio anticipato dell’anno scolastico, rispetto a quanto accadeva negli anni Sessanta, provoca la anticipata chiusura della stagione estiva anche rispetto al ciclo meteorologico. Ciò determina per le regioni a vocazione balneare un conseguente accorciamento della stagione turistica, con cadute occupazionali e reddituali”. 
Una motivazione prettamente economica, dunque, ma che ha innescato una serie di ragionamenti tra i vari esponenti politici, tanto da guadagnarsi le prime pagine dei quotidiani nazionali per diversi giorni. A dirsi favorevole alla proposta è stato da subito il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini: “Io sono molto aperta su questo tema perché effettivamente il nostro Paese vive di turismo, e oggi le vacanze per le famiglie non sono più concentrate a luglio e agosto. A settembre si possono avere migliori opportunità sul piano economico. Per certi versi uno slittamento dell’inizio dell’anno scolastico potrebbe aiutare le famiglie a organizzare meglio il periodo delle vacanze e dare anche un aiuto al turismo. Vedremo come deciderà il Parlamento”. 
Di diverso avviso invece altre forze politiche come la Lega, che sottolineano, in primo luogo, la difficoltà di conciliare il provvedimento con la direttiva europea che prevede un minimo di 200 giorni di lezione. E poi ci sarebbero problemi di ordine pratico a frenare concretamente l’idea del senatore Costa: “Estendere questa proposta a tutto il territorio nazionale -spiega la senatrice leghista Irene Aderenti, titolare della Commissione permanente per l’Istruzione pubblica- significa mettere in difficoltà le famiglie e i lavoratori dipendenti, perché questi, alla fine di agosto, in maggioranza, iniziano il lavoro e si creerebbe un serio problema per la gestione dei figli. Oltretutto le regioni formulano già il calendario regionale delle lezioni, quindi ognuna di esse ha già un tipo di autonomia decisionale formulata in base alle problematiche climatiche e turistiche del territorio”. 
Contraria anche la posizione dell’assessore al Diritto allo Studio e Formazione della Regione Puglia, Alba Sasso, che ritiene che ci sia invece più bisogno di scuola, di tempo pieno e di tempo prolungato. In Puglia in base al calendario 2010/2011 le lezioni riprenderanno il 20 settembre. Per la Sasso, in conclusione, non si tratterebbe di un mero spostamento ma sarebbe in atto “uno svuotamento, oltre che di insegnanti, anche di contenuti, per cui aprire più tardi aiuta questo processo: palese la contraddizione poi col federalismo annunciato, che dovrebbe presupporre incentivi all’autonomia decisionale delle scuole e delle Regioni”.