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Stagione di Prosa, al Paisiello va in scena “Emilia”

Carla Guido racconta il senso più vero di Se tu avessi parlato… Emilia tratta da Otello di William Shakespeare, una delle pièce più attese del cartellone 2014 

 

È già partita col botto la stagione teatrale a Lecce. Haber, Boni e Pandolfi sono stati solo l’antipasto che attende davvero numerose ciliegine sulla torta. Da segnalare, tra tutti gli spettacoli, il 15 febbraio per la rassegna “Teatro a 99 centesimi” c’è l’Eneide di Matteo Tarasco. Il regista, vero artista delle commistioni letterarie, partendo dal classico di Virgilio, spazierà fino a Ovidio per restare nella latinità, e Marlowe. 

I prossimi spettacoli in calendario sono Se tu avessi parlato… Emilia con Carla Guido il 21 febbraio, Un bès – Antonio Ligabue di Mario Perrotta, vincitore del premio Ubu, il 15 marzo. E ancora, Umberto Orsini con Il giuoco delle parti il 26 marzo e Lezioni di Cinema con Giovanni Veronesi il 4 aprile, e uno spettacolo di nuovo circo di El Grito dal titolo 20 decibel il 12 e 13 maggio. Per il fuori abbonamento, a grande richiesta del pubblico, torna al Paisiello anche Dignità autonome di prostituzione dal 23 al 27 aprile. Infine due concerti: il Mirko Signorile Quintet presenta il nuovo album Magnolia e, contestualmente, si esibisce anche Nicola Conte il 12 e 13 maggio. 

Una delle grandi attese è la messa in scena di Aletheia Teatro con Se tu avessi parlato… Emilia, tratta da Otello di William Shakespeare, con Carla Guido e la musica dal vivo di Christian Pizzuto e la regia di Marinella Anaclerio. “Una donna in punta di piedi avanza -scrive Anaclerio nelle note di regia- è Emilia, moglie di Iago che, sopravvissuta alla strage, viene dal passato a raccontarci com’è veramente andata. Il passato la tormenta e parlare lenisce il rimpianto per ciò che non ha fatto quando poteva. Insieme a lei scopriamo dettagli della storia che quasi sempre sfuggono, come in tanti fatti di cronaca. Sì, Otello ha ucciso, ma quanto Emilia stessa avrebbe potuto fare perché la tragedia non si consumasse? Un lavoro dedicato allo scottante tema della violenza sulle donne che prova a guardare gli eventi da un punto di vista femminile non solo di vittima ma anche di complice più o meno consapevole”. 

Dello spettacolo, che rientra nel progetto “Colpi di genio”, promosso dall’Assessorato alle Politiche Sociali e Pari Opportunità della Provincia di Lecce, abbiamo parlato con la protagonista Carla Guido. “Ci sono vari messaggi che emergono in questa pièce -racconta la Guido- perché ci sono più momenti di osservazione compiuti da questa meravigliosa regista e drammaturga, che ha tratto la storia di Emilia, che nella tragedia shakespeariana muore, ma Marinella la fa sopravvivere e raccontare la storia. Ne è nata una pagina letteraria elegantissima, una denuncia teatrale contro il femminicidio, un monologo che non è un monologo, perché avrò accanto un chitarrista elettrico che rappresenta il mio alter ego musicale, viaggiando tra stati d’animo e compiendo un tuffo tra presente e passato. Il messaggio che penetra con più forza però è: stare attenti ai dettagli. Se ci si soffermasse sui dettagli, come avrebbe dovuto fare Emilia, forse si riuscirebbe a salvare le donne da determinate situazioni: in altre parole, se Emilia avesse voluto vedere cosa accadeva intorno a lei, avrebbe potuto salvare Desdemona”. Il personaggio più affascinante dell’Otello si conferma essere Jago, che riesce a tramare tenendo tutti sotto scacco. “Ogni personaggio -continua la Guido- ha contribuito al progetto satanico di Jago. Emilia dice: io non volevo vedere. È completamente soggiogata da quest’uomo”. 

Da Verdi a Pasolini, in molti hanno colto la forza del testo shakespeariano, e le rivisitazioni si sprecano. Ma nessuno aveva compreso appieno le potenzialità del personaggio di Emilia. “Questa non è una vera e propria rivisitazione -prosegue la Guido- perché parte del testo è originale, mentre un’altra parte è scritta da Marinella. Shakespeare è un grande conoscitore degli uomini, per questo il suo testo è così potente. Otello in particolare è una tragedia molto amata perché parla di quotidianità, di una storia d’amore e di gelosia, che sono tra i sentimenti umani più comuni. C’è anche dell’altro, come il tradimento dell’amicizia, l’ossessione della carriera e Jago è qui un grandissimo manipolatore delle fragilità umane. Emilia, nella nostra piece, dice che se ne doveva rendere conto, che avrebbe potuto evitare la tragedia dell’amica. Jago è quindi il vero protagonista dell’omicidio”. 

 

Angela Leucci