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SS 275 e discariche abusive, arriva la replica di Antonio Coppola

Dopo le polemiche dei giorni il primo cittadino ribadisce la sua estraneità alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto amministratori, imprenditori e cittadini di alcuni comuni del Capo

 

Tre i filoni di indagine che germogliano attorno alla strada della discordia: la Statale 275. Dopo la contestazione sull’affidamento del progetto e abuso d’ufficio, torna a far parlare di sé la questione dei rifiuti tombati sul tracciato della Maglie-Leuca. Tutto prese le mosse nel 2014 con la scoperta delle discariche abusive su istanza di cittadini e associazioni ambientaliste contrarie alla 275 così come progettata. Nello stesso periodo giunse a buttare benzina sul fuoco la confessione di Carmine Schiavone su un presunto sodalizio criminale Sacra Corona – Camorra per interrare in Salento veleni partenopei. A conforto di ciò le affermazioni del pentito Silvano Galati, in seguito liquidate dagli inquirenti come poco attendibili. 

Tornando ai nostri giorni la Procura di Lecce ha iscritto nel registro degli indagati amministratori, imprenditori e cittadini di alcuni comuni del Capo, tra cui Tricase. Nelle vecchie discariche risalenti agli anni ‘80-‘90 infatti sarebbero confluiti rifiuti “speciali”, spianando la via a due ipotesi di reato: discarica abusiva e omessa bonifica. Nella bagarre mediatica della scorsa settimana sono saltati fuori fatti e nomi eccellenti categoricamente smentiti in una fase successiva. Tra questi il primo cittadino di Tricase Antonio Coppola, che non ci sta e alle pagine di Belpaese affida il suo disappunto: “Le discariche e la Strada Statale 275 sono un esempio emblematico di disinformazione. A distanza di quasi tre anni dall’avvio di questo ingiustificato allarme, ancora oggi si legge del rischio diossina nelle falde, a dispetto dei numerosi accertamenti effettuati dalle autorità sanitarie incaricate. Una follia che genera ed alimenta paure non fondante e reazioni inconsulte”.

Coppola puntualizza che esistono in Salento, come del resto su tutto il territorio nazionale, delle discariche utilizzate tra gli anni ’80 e ’90. In quel periodo nella provincia di Lecce esisteva una sola discarica controllata a Nardò che, per iscritto e puntualmente, comunicava l’impossibilità di conferire i rifiuti per insufficiente dimensione. I sindaci, ex lege, erano autorizzati ad emettere ordinanze per conferire i rifiuti solidi urbani nelle numerose cave esistenti. Le ordinanze erano comunicate e note a tutte le autorità. “L’ipotesi che la SS 275 sarebbe nata in quel modo per occultare le discariche è pura fantasia -aggiunge il sindaco Coppola-. A distanza di quasi 30 anni peraltro il carico inquinante si può considerare pressoché esaurito”.  

Tuttavia, fanno sapere da Palazzo Gallone, il Comune di Tricase ha redatto un piano per la caratterizzazione, ossia uno studio puntuale sullo ‘stato dell’arte’ dei siti incriminati, stanziando circa 200mila euro al fine di addivenire alla bonifica dell’area. Riguardo le notizie circolate negli ultimi giorni sull’ipotesi di un suo coinvolgimento giudiziario nella vicenda Coppola replica: “Sono stato tirato in ballo più volte, immotivatamente, dalla stampa non solo locale. Dopo essere stato sottoposto ad ‘interrogatorio’ dal programma televisivo Report, sulla base di accuse infondate, in questi giorni sono stato nuovamente additato come destinatario di un avviso di garanzia. Tutto ovviamente falso. Poche e poco leggibili le smentite. Ciò che tutti ci auguriamo è che i risultati degli studi predisposti mettano un punto alla vicenda scongiurando ipotesi che porterebbero nocumento alla salute e all’immagine del nostro territorio, sofisticatamente ribattezzato come seconda terra dei fuochi”.