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Sfuma la terza Supercoppa per l’Italgest Casarano

I campioni d’Italia escono battuti dall’Indeco Conversano (25-24) dopo un match avvincente

 

Ad undici secondi dalla fine l’Italgest Casarano vede sfumare la terza Supercoppa della propria storia. Vince l’Indeco Conversano (25-24). I rossoazzurri hanno pagato care l’assenza di Buffa e le precarie condizioni di Opalic e Stritof, due perni della difesa casaranese. La partita è sbloccata da Kokuca che porta in vantaggio il Casarano al 1’, la replica non tarda a venire da Corzo che sigla il primo pari. Al 10’ Conversano ancora avanti di due reti: 2-4. I tri-campioni d’Italia reagiscono al 12’ e si riportano a una lunghezza dai baresi con Torbica e Stritof, ma Tarafino e Radovcic rispondono per il 5-8. La Italgest gioca al massimo e non ha tempo per rifiatare: piccole disattenzioni costano il 7-12 al 20’, massimo vantaggio per i biancoverdi. Casarano prova a tornare in gara con i gol dalle ali: Ognjenovic fissa il punteggio sul 9-12 al 24’. Il gap persisterà fino al 30’: attacco salentino troppo sprecone per poter cambiare il volto del match, che nella ripresa si riapre sotto la falsa riga del primo: Tarafino e Di Maggio firmano il 10-15. Kokuca prende per mano i suoi realizzando tre reti nel giro di quattro minuti, ma si sblocca Reznicek che mantiene costante il gap al 44’ (14-19). Al 46’ parziale di 3-0 per la Italgest, tutto dai Balcani: Kokuca, Stevanovic e Torbica riportano a -2 il Casarano (17-19). La partita si infiamma, una doppietta di Torbica pareggia i conti in campo al 48’40’’: 19-19. Il Casarano non si ferma, riapre il match e si porta addirittura in vantaggio con Kokuca 21-19 al 51’. Ancora Torbica per triplo vantaggio a 7’ dal termine: 22-19. Corzo interrompe il parziale di 8-0 della Italgest a cinque minuti dalla fine, ma Radovcic pareggia 22-22 al 56’. Italgest avanti 24-23, ma i baresi rimontano. I Campioni d’Italia hanno la possibilità di andare ai supplementari, ma Kokuca sbaglia il tiro di rigore a 11 secondi dal termine, stampando il pallone sul palo.

 

Pasquale Marzotta