Il comitato “Pro 275” lancia la provocatoria iniziativa dopo le continue schermaglie politiche sulla realizzazione della strada
“Siano i cittadini del Capo di Leuca a decidere”. La provocatoria proposta arriva dal comitato “Pro 275” che, dopo il ricorso della Regione al Consiglio di Stato, auspica che si arrivi ad un referendum tra chi quotidianamente deve fare i conti con il percorso della statale. “Nel Capo di Leuca non esiste persona di buon senso, né associazione realmente radicata sul territorio che, correttamente informate, si siano mai opposte alla realizzazione di questa arteria, necessaria per la sicurezza, per la qualità della vita urbana e per lo sviluppo economico di un’area di 150mila abitanti. Le mistificazioni e la propaganda politica sull’argomento hanno raggiunto livelli intollerabili. Il progetto di ammodernamento della SS. Maglie-Leuca che il Cipe ha ri-finanziato con 288milioni di euro era stato già legittimamente approvato e finanziato nel 2004”.
Il comitato “Pro 275” sottolinea come, da parte della Provincia di Lecce ci sia stata un’azione di responsabilità subito dopo la pronuncia del Tar: “Il presidente Antonio Gabellone, nonostante la vittoria giudiziaria, ha responsabilmente teso la mano alla Regione, dichiarandosi disponibile a ridiscutere intorno ad un tavolo tecnico-istituzionale le ulteriori migliorie da apportare agli ultimi chilometri del tracciato, la Regione che fa? Ricorre al Consiglio di Stato”.
Il comitato poi entra nel merito tecnico dell’opera precisando che “una grande rotatoria a raso esistente da 30 anni non è una mega-rotatoria che devasta il paesaggio, e che un viadotto alto al massimo 8-9 metri e lungo 6-700 metri, necessario per by-passare i centri abitati e che non intacca alcun sito archeologico. Gli ultimi sette chilometri del raddoppio finanziato inoltre costano meno di 50 milioni di euro e non 165 milioni. Il Capo di Leuca non è la foresta Amazzonica. A ridosso dell’attuale statale 275, da Montesano a Leuca, vivono stabilmente circa 100mila abitanti (che raddoppiano nei mesi estivi), sparsi lungo un agglomerato lineare di centri urbani senza più soluzione di continuità”.