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Riordino ospedaliero, si teme ancora per il “Ferrari”

Il Comitato civico Pro-ospedale denuncia il rischio declassamento del nosocomio. Intanto il 7 settembre la Regione Puglia annuncerà il Piano di riordino definitivo 

 

Emiliano parla, il “Ferrari” trema. È la sintesi di quanto accaduto lo scorso 30 luglio, quando il governatore pugliese ha annunciato la chiusura di circa 30 ospedali, con un rischio commissariamento per la Puglia se non dovesse rientrare nei limiti di spesa per la farmaceutica territoriale. Altro tema cruciale, il riordino ospedaliero. “Quello che trapela -fa sapere Emanuele Legittimo, presidente del comitato civico “Pro Ferrari”- è che il Piano dovrebbe rimanere quello annunciato e che il ministero avrebbe dato tempo un anno per chiudere i punti di primo intervento e tenere sotto osservazione i 70 reparti gemelli sparsi per la Puglia”. 

La Regione, ad esempio, dovrebbe avere 8 reparti di neurochirurgia anziché gli attuali 14. “Ma l’elemento più inquietante -prosegue Legittimo- sono le dichiarazioni arrivate dal Dipartimento regionale della sanità diretto da Giovanni Gorgoni, per cui il Piano non partirà se prima non verranno chiusi i nosocomi, perché il personale in esubero servirà per riorganizzare la nuova rete ospedaliera. Gorgoni, tra le osservazioni ministeriali sul Piano di riordino ha citato, tra l’altro, i posti letto per gli ospedali di comunità che devono essere almeno 15; i posti letto per le strutture di bacino che risultano in alcuni casi superiori allo standard: in particolare ha detto che il disallineamento risulta più marcato per neurochirurgia, pneumologia, cardiologia e chirurgia generale e che su questa specialità verrà fatto un monitoraggio semestrale dal tavolo ministeriale”. 

Secondo Legittimo la teoria degli ospedali di base rinforzati, fatta passare solo per tenere buone le realtà penalizzate, alla luce dei fatti è semplicemente un miraggio. “Alla disattivazione dei nosocomi – afferma il numero uno del “Pro-Ferrari”- dovrebbe seguire il potenziamento dei servizi territoriali, come già segnalato anche dal nostro Comitato, altrimenti si rischia una totale paralisi del sistema (anche su questo sarà interessante capire quale è il progetto di questo governo regionale)”.

Ora si attende non senza preoccupazione il 7 settembre, giorno entro cui si dovrà arrivare alla stesura finale della riorganizzazione ospedaliera. Per Legittimo quello in atto è “un tentativo di porre nuovamente in campo un Piano di riordino che, se approvato definitivamente, oltre a porre seri problemi per la sanità pugliese riproporrà il definitivo declassamento del nostro nosocomio”.

 

Stefano Manca