La dirigente scolastica del 1° Polo Didattico Anna Antonica scrive alla Asl per chiedere chiarimenti sull’opportunità o meno di far consumare ai bambini il pranzo in classe. È l’ultimo capitolo della querelle riguardante il servizio di refezione scolastica degli Istituti per l’infanzia e le scuole primarie. Questi i fatti: poiché le tariffe subiscono rincari di anno in anno, sempre più famiglie decidono di rinunciare al servizio mensa per i propri bambini, che di conseguenza arrivano a scuola col ‘famoso’ pasto portato da casa, che viene consumato in classe, in quelle aule dove vengono svolte attività non proprio compatibili con una mensa.
Da qui la decisione dei vertici scolastici di chiedere chiarimenti sul da farsi. “Il perdurare della ormai nota questione mensa -ha scritto la dirigente- e il diritto rivendicato dalle famiglie di fornire il pasto preparato in casa o acquistato all’esterno, suscita dubbi e perplessità. Nello specifico chiediamo che la Asl ci indichi quale tipologia di alimenti si possano consumare in classe. Tutto questo per evitare di mettere a repentaglio la salute dei piccoli utenti”.
Stefano Manca