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Raffaele Cesari: “Adesso i nodi vengono al pettine”

Il capogruppo del Pd si mostra profondamente critico nei confronti dell’Amministrazione comunale, soprattutto in tema di bilancio e di opere pubbliche
 
È un Raffaele Cesari pungente quello che in quest’intervista traccia il quadro dell’attuale amministrazione di Maglie. Il capogruppo del Pd condanna su più fronti le gestione dell’attuale maggioranza.
Il mancato rispetto del patto di stabilità ha creato molte difficoltà nella gestione dei conti del Comune di Maglie. Come stanno le cose?
I dati contabili fanno presagire che neanche quest’anno si rispetterà il patto di stabilità, con il rischio, tra l’altro, di non avere le risorse necessarie per pagare il personale o assicurare ai cittadini servizi adeguati. Purtroppo, chi ha la responsabilità di governo sottovaluta la gravità della situazione e lancia alla città messaggi rassicuranti. Un po’come il Titanic che affonda, mentre i musicisti distraggono i passeggeri intonando graziosi valzer viennesi.
Recentemente il Pd ha contestato la validità del bilancio pluriennale.
Noi abbiamo denunciato la violazione del pareggio finanziario complessivo, che impone di garantire l’equilibrio tra entrate e uscite correnti. I revisori hanno stabilito che negli anni 2011/2012 l’equilibrio corrente sarà garantito utilizzando gli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa. Tuttavia, la norma che consente di utilizzare tali oneri vale solo fino al 2010. 
Cosa significa, quindi?
Spese per oltre 230milaeuro risultano iscritte in bilancio senza avere adeguata e congrua copertura finanziaria. Sciatteria e superficialità o, piuttosto, scelta obbligata a causa delle difficoltà finanziarie in cui il Comune di Maglie si dibatte? Se così è, non c’è dubbio che l’espediente escogitato per salvaguardare l’equilibrio contabile appare talmente grossolano da far rimpiangere, addirittura, la finanza creativa di tremontiana memoria. 
Con il prossimo smantellamento della Copersalento si chiude una lunga e controversa fase di emergenza ambientale. Cosa resta da fare?
Intanto vigilare, perché la fase di emergenza si chiuda per davvero. Non mi risulta che la Copersalento abbia ancora dato inizio ai lavori di demolizione, più volte annunciati e sempre rinviati. Occorrerà poi verificare la reale estensione dell’inquinamento e procedere alla bonifica dell’area.  
Nei prossimi anni l’amministrazione Fitto porterà a compimento diverse opere pubbliche, come la già inaugurata multisala del Cinema Moderno o l’area mercatale. Come cambierà il volto della città?
Intanto va detto che la multisala è stata voluta e realizzata interamente dal soggetto privato che ne ha sostenuto oneri e investimenti; l’Amministrazione ha rilasciato le doverose autorizzazioni e ha tagliato il nastro inaugurale. Quanto all’area mercatale sono già emerse notevoli criticità: il rischio di allagamento, dovuto al suo insediamento in coincidenza di una sorta di invaso naturale che raccoglie le acque meteoriche della zona; le ridotte dimensioni degli stalli che non consentiranno adeguata ospitalità ai commercianti, che protestano e minacciano di non trasferirsi; l’articolazione interna del mercato, privo di tragitti percorribili in doppio senso dagli automezzi, sì da mettere a repentaglio la sicurezza di operatori e avventori. Serve altro?
La localizzazione del nuovo ospedale comprensoriale potrebbe essere un’occasione di sviluppo per il territorio oppure sarebbe meglio puntare solo ad una profonda riconversione del “Michela Tamborino”?
Un nuovo ospedale rappresenterebbe un’opportunità per questo territorio che si vedrebbe restituito ciò che negli anni scorsi gli è stato tolto. Se poi, come Blasi ha proposto, sorgesse dove prima era la Copersalento rappresenterebbe anche il miglior risarcimento possibile per un territorio sfregiato e deturpato dal punto di vista ambientale e per i suoi abitanti. 
Si riuscirà in futuro a rendere Maglie una città vivibile e più moderna attraverso una gestione razionale del traffico e la creazione, nel centro storico, di zone riservate a pedoni e biciclette?
Il nostro programma prevedeva per l’appunto la chiusura del centro attraverso la realizzazione di spazi contigui per parcheggio, la rivitalizzazione e il recupero dell’intera area. 
La presenza in Consiglio di più opposizioni ha cambiato la strategia nei confronti del sindaco Fitto alle prese con numeri di maggioranza non proprio abbondanti? 
I problemi di Fitto non vengono dai numeri della maggioranza, quanto piuttosto dai nodi irrisolti di un decennio di spigliata gestione e programmazione amministrativa, che ora vengono al pettine. E francamente sarebbe ingiusto addossare ogni responsabilità all’attuale sindaco. 
 
Alessandro Chizzini