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Pronti alla competizione

Si vanno definendo i dettagli delle liste delle coalizioni che scenderanno in campo per il rinnovo del consiglio regionale. Saranno ore frenetiche  prima della scadenza di sabato
 
È l’ultima volata prima della presentazione delle liste e riserva sorprese ad ogni ora. Partiamo da centro sinistra dove i nodi si sciolgono tra gli uffici della presidenza della Regione di viale Nazario Sauro, la stanza del sindaco Emiliano al Comune di Bari e la sede pugliese del Pd in via Re David. E tra queste tre sedi che proseguono gli incontri frenetici fra Vendola, Emiliano e Blasi, dopo tante ruggini, al momento da archiviare per correre uniti il più possibile, ma senza rinunciare a ritoccare gli assetti, come dimostra l’adesione, per molti non una sorpresa, di Loredana Capone nell’area del Sindaco di Bari. Uno spostamento ulteriore dell’asse leccese dopo che la bufera giudiziaria ha portato il big dei big salentini Sandro Frisullo a lavorare dietro le quinte, almeno per un giro. La sua squadra sarà in ogni caso ben rappresentata. Ci saranno il segretario regionale Sergio Blasi, cui il partito garantirà i voti di base da sommare a quelli tutti da conquistare con la campagna, ci sarà l’amico di sempre e capo dell’opposizione comunale leccese, Antonio Rotundo e ci sarà poi il sindaco di Galatina Sandra Antonica, che ha anche incassato l’appoggio pieno dei giovani (e un po’ bistrattati) del partito. Se le mozioni dell’ultimo congresso sono ben rappresentate, tanto dagli uscenti quanto dalle new entry, nel capoluogo l’area franceschiniana che fa capo a Guglielmo Minervini, puntava sull’imprenditore ecologico Giampiero Corvaglia, che all’ultimo momento ha però detto no. Le novità vere arrivano con la lista di Nichi Vendola, dopo l’ok del presidente nazionale dell’ordine degli psicologi Giuseppe Luigi Palma, all’ex Pd Carlo Salvemini, il supercontenitore capeggiato da Dario Stefano piace al notaio galatinese Antonio Galati, al presidente Legacoop Luigi Sansò, all’avvocatessa leccese Anna Grazia Maraschio che hanno detto già risposto positivamente all’invito del presidente, a quanto pare tenterebbe anche la commissaria Apt Stefania Mandurino, data ad un passo dal si. In area sinistra e libertà le novità dell’ultima ora, oltre ai nomi già noti, sono quelle, sempre di Lecce città, di Italo Porcari e Gianni Scognamillo. Nell’Italia dei Valori ci riprova Carlo Madaro e spunta il nome di un medico di Salice, il direttore sanitario dell’istituto Santa Chiara di Lecce, Fiorenzo Carlino. Rush finale anche per le segreterie dei partiti a sostegno di Rocco Palese che devono riempire entro sabato tutti i tasselli. E il lavoro più intenso è destinato alla lista i Pugliesi che dopo aver conquistato il giornalista e conduttore politico di Telerama Giuseppe Vernaleone, porta a casa il presidente dei farmacisti salentini Domenico Di Tolla che rompe gli indugi e dice si. Certo anche l’ok dell’imprenditore Giampiero de Pascalis, galatinese in risposta alla candidatura di Antonio Galati del centro sinistra.  Ancora incerto invece Ilio Palmariggi a Campi salentina, mentre sarà svelato nelle prossime ore invece il mistero gallipolino, dove la candidatura di Giuseppe Coppola, fortemente osteggiata dall’onorevole Vincenzo Barba è oggetto di riflessione insieme al ministro Fitto deciso ad impedire anche il transito del consigliere provinciale Sandro Quintana dalla Puglia Prima di Tutto nell’Udc. Un passaggio inverso a quello di Mino Frasca, dimessosi da capogruppo provinciale dello Scudocrociato per passare nella lista fittiana. Al suo posto il consiglio ha nominato Giovanni Tundo, unico rimasto in aula a tenere alta la bandiera di Pierferdinando Casini. E sempre in consiglio provinciale, fermento nei banchi della giunta, dove alla squadra già corposa in partenza per le regionali, formata da Ernesto Toma, Gianni Stefàno, Pierluigi Pando, Bruno Ciccarese, Massimo Como si aggiunge anche l’assessore Filomena D’Antini, forse anche Francesco Pacella e Pasquale Gaetani, tutti chiamati dal partito a fare la sua parte, con buona pace di Gabellone che vede la sua squadra assottigliarsi. Più fortunato il sindaco di Lecce che dovrà rinunciare solo a due dei suoi: gli assessori Roberto Marti ed Alfredo Pagliaro.