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Porto Selvaggio e l’invasione dei punkabbestia

La pineta della marina neretina trasformata in “campeggio” per ragazzi ed animali. Numerose le lamentele da parte di villeggianti e turisti 

 

Non di rado dalle pagine di questo periodico abbiamo elogiato le bellezze naturalistiche e paesaggistiche del Parco Regionale di Porto Selvaggio; altrettanto di frequente abbiamo sottolineato con piacere le iniziative finalizzate alla tutela, difesa, salvaguardia e sviluppo di questo piccolo paradiso terrestre e abbiamo condannato possibili azioni dannose o episodi di vandalismo. Proprio per l’attenzione che da tempo prestiamo a questo luogo, non possiamo esimerci dal denunciare un fenomeno cresciuto esponenzialmente nel corso degli ultimi due/tre anni e che ora ha raggiunto dimensioni francamente inaccettabili. Chiunque si sia recato nella baia di Porto Selvaggio, soprattutto nel corso dell’alta stagione, avrà potuto notare una massiccia invasione della pineta sottostante la Torre dell’Alto, da parte di gruppi di punkabbestia (ossia quei giovani che spesso si accompagnano a cani ed altri animali e vivono di accattonaggio). Nei giorni scorsi, i numerosi turisti e residenti che hanno popolato l’ormai celebre località tra Gallipoli e Porto Cesareo, hanno avuto a che fare in prima persona con questa nuova “tendenza giovanile” e l’esperienza non è stata delle migliori.
Parte della fitta vegetazione che circonda la scogliera della baia è stata trasformata in un vero e proprio bivacco per cani e rispettivi padroni, con non pochi disagi per gli altri bagnanti. Il rumore costante di tamburi e bonghi, il cattivo odore derivante dagli escrementi degli animali, dall’uso di alcool e fumo e da taluni modi d’agire diffusi tra gli stessi punkabbestia (noti per una vera e propria avversione nei confronti del sapone e delle pratiche igieniche), hanno di certo ridimensionato la tranquillità e l’aspetto salubre ed incontaminato di questi posti. Il lato sinistro della pineta è venuto così ad assumere le sembianze di un centro sociale, mentre la stessa fontana presente all’inizio della discesa che porta al mare è stata adibita ad abbeveratoio e doccia a cielo aperto per uomini e animali.
Numerose (e sostanzialmente vane) sono state le lamentele da parte dei frequentatori abituali e dei turisti.
Non vogliamo tuttavia fare la parte dei bacchettoni, pronti a condannare e giudicare mode e tendenze, né tantomeno chiediamo una limitazione delle libertà personali, che rappresentano un bene intoccabile per chiunque. Per questo ci limiteremo a porre due quesiti, privi di risvolti etici e/o morali, sperando che chi di dovere dia una qualche risposta o quanto meno si decida ad agire: è accettabile che mandrie di cani privi di museruola girino incontrollate tra i bagnanti? È legale l’uso di marijuana e droghe simili in pubblico? Le domande forse risulteranno retoriche, ma denunciano comportamenti diffusi e sotto gli occhi di tutti.
È inaccettabile che in un posto così sorvegliato, protetto e tutelato come Porto Selvaggio siano consentite simili pratiche contrarie alla legge, oltre che deplorevoli. Nessuno vuole negare ai punkabbestia il diritto a godere delle amenità di questo luogo, ma di certo una limitazione di alcuni loro comportamenti (per giunta non legali) potrebbe garantire una più serena convivenza con il resto dei frequentatori.

 

Alessio Palumbo