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Porto Selvaggio, bello e impossibile (per molti)

Entro un anno la natura impervia non sarà più un ostacolo per i disabili

 

Molto spesso i posti più belli, i paesaggi più affascinanti, gli anfratti più reconditi e per questo più incontaminati, hanno il vantaggio/svantaggio di essere difficilmente fruibili. Il vantaggio consiste nel fatto che, quasi sicuramente, questi luoghi non saranno mai preda di un turismo di massa ed esclusivamente commerciale; lo svantaggio risiede nel fatto che alcune categorie di persone (per ironia della sorte quelle più sfortunate, come i portatori di handicap o gli anziani) non possono godere della magia di questi posti. Porto Selvaggio è uno di questi luoghi. L’accesso alla sua baia, ad esempio, può avvenire solo affrontando una lunga scalinata, composta da centinaia di scalini in pietra non regolari, oppure attraverso una ripidissima discesa sterrata che attraversa e incide il verde della pineta che circonda questa caletta. Due percorsi dunque estremamente inadatti ai portatori di handicap o alle persone anziane con problemi di deambulazione. Il problema non è certo nuovo, ma la crescita del flusso turistico ha reso indispensabile la sua risoluzione.
Da ciò è nata un’iniziativa dell’Assessorato all’Ambiente volta all’istituzione di un servizio di navetta finalizzato a garantire, anche a chi in teoria non potrebbe, l’accesso a questi tratti della costa remoti ed impervi. Il progetto è stato dichiarato ammissibile dal Ministero dell’Ambiente e nel corso dell’anno verranno stanziati i fondi. Rimangono remore e timori sull’effettiva realizzazione dello stesso. L’assessore all’Ambiente Mino Natalizio ha espresso grande soddisfazione per quest’ulteriore finanziamento, che coniuga tutela ambientale e difesa dei diritti dei più deboli. Tuttavia, le ultime vicende politiche e amministrative neretine sembrano seguire la via di una quasi certa esautorazione dello stesso Natalizio, il quale sinora ha garantito con la sua condotta, oltre ad una vera e propria montagna di finanziamenti, soprattutto una gestione impeccabile del parco, dal punto di vista naturalistico e ambientale. Un cambio di timoniere e di conseguenza di rotta non rischiano di mettere in crisi quanto sinora fatto? Iniziative e progetti come quello sopra esposto vedranno realmente la luce? I dubbi permangono.

 

Alessio Palumbo