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Poli Bortone, riavvicinamento con il centrodestra

La proposta di candidare la fondatrice di Io Sud per il centrodestra in occasione delle prossime regionali ha riscosso numerosi consensi ma anche dissensi, primo fra tutti quello del sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano

 

Ai tanti fans della saga di Harry Potter non sarà certo sfuggita una certa analogia tra la paura del  ritorno di Lord Voldemort nel mondo magico londinese e quello nei palazzi leccesi di Adriana Poli Bortone (nella foto). Ora, a prescindere da chi sia il buono e chi il cattivo nelle vicende politiche salentine e leccesi, è stato curioso notare come da quando si sia iniziato a parlare di una candidatura di Adriana Poli Bortone alle prossime regionali per il centrodestra, i palazzi abbiano iniziato a tremare e a dividersi. Per proseguire nell’analogia, il ruolo del maghetto andrebbe a questo punto di diritto al sindaco di Lecce Paolo Perrone che nel giro di un anno ha cacciato dalla giunta l’ex sindaco Poli, intanto fondatrice del movimento Io Sud, non affine al Pdl per poi smontare uno ad uno i suoi disegni amministrativi, disconoscendone di fatto l’operato. Dal leasing di via Brenta all’affare dei Boc, per finire con lo stesso filobus cittadino, insomma buona parte di ciò che la nuova Amministrazione aveva ereditato dalla vecchia.
Una serie di azioni che non hanno certo fatto piacere alla sua vice, nonché sua sostenitrice nella campagna elettorale per le comunali che, facendo affidamento solo sulla sua cerchia di fedelissimi, ha reagito colpo su colpo. Difficile quindi immaginare un colpo di spugna sulla lunga e aspra contesa, finita anche sul terreno giudiziario. Ma tant’è, e se in politica tutto è possibile, allora anche il ritorno della Poli in Comune, con il peso di una candidatura alle regionali, è stato uno scenario ad un certo punto verosimile. Nell’attesa di conoscere l’esito definitivo di alleanze e candidature, che ad oggi sembrano comunque escludere una corsa a presidente di Adriana Poli Bortone, si sono intanto venuti a creare tre diversi fronti. Quello del “si” al ritorno della senatrice col centrodestra, con tutto quello che ne conseguirebbe, è un gruppo rappresentato sopratutto dai suoi: inutile negare che i polibortoniani abbiano pagato cara la fedeltà al loro mentore politico, perdendo posti in Giunta e vedendosi anche messi al bando dalla maggioranza di centrodestra che avevano contribuito a far vincere, sia nel capoluogo sia in varie amministrazioni della provincia. Non è un caso che lungo la strada alcuni di loro non ce l’abbiano fatta, scegliendo seppur a malincuore di abbandonare la battaglia di Io Sud.
Accanto a loro, numeroso e mugugnante, il fronte del “no” e non solo alla candidatura della Poli; il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano è stato l’unico a dire apertamente che prima di guardare fuori dalle file del partito, il Pdl avrebbe dovuto valutare chi aveva già incarichi di prestigio all’interno, ma nelle prime, seconde e terze file anche solo la ritrovata armonia politica in un’ipotesi di “scurdammoce o passato” sembra per molti intollerabile. Di questo gruppo fanno parte loro malgrado anche coloro che pur non essendo mai stati in An sperano in uno degli assessorati  rimasti vacanti dalla revoca degli assessori di Io Sud, il cui ritorno romperebbe le uova nel paniere. Ma è accanto a queste due squadre che ne arriva una terza più fluttuante e a livello locale ad alto rischio impopolarità. Questa ultima fronda è infatti formata da coloro che dalla Poli presero le distanze, per motivi politici o di opportunità, ma che oggi vedrebbero come una risorsa il suo ritorno col centro destra. Oltre al parlamentare del Pdl Tatarella, l’unico a parlare dall’ex An è stato il capogruppo in Consiglio comunale Vittorio Solero che, mettendo da parte i personalismi, ha dichiarato più che legittima la tregua in caso di accordo politico, essendo stato questo il motivo della cacciata da parte di Perrone. Alla fine di alcune giornate molto concitate però e nonostante, i coordinatori regionali del Pdl, Amoruso e Distaso, si siano affrettati a chiarire dopo l’uscita di Mantovano che non esistono veti verso nessuno, l’ipotesi Poli Bortone sembra essersi scolorita, sopratutto dopo l’accordo di massima tra Pd e Udc.
In tanti, sopratutto i “babbani” cui i maghi purosangue del romanzo della Rowling davano la caccia, avranno pensato ad un pericolo scampato, altri ad un’occasione perduta. Altri ancora hanno invece rimesso nel cassetto lettere aperte di stima e comunicati di plauso, che potranno però tornare utili in futuro, anche visto l’allontanamento da Casini e la volontà dichiarata della senatrice, data in odor di sottosegretariato all’Economia, di “proseguire nel dialogo sereno con il centrodestra”.

 

Alessandra Lupo