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Pasquale Barone: “Dalla minoranza solo falsità sul progetto del tempio crematorio”

È la replica del primo cittadino di Botrugno, che insieme ai rappresentanti delle ditte coinvolte nella realizzazione dell’impianto difende la validità del progetto e le ricadute positive per il suo paese 

 

Tra il gruppo di opposizione e la maggioranza lo scontro sulla realizzazione del tempio crematorio si è acceso col passare dei mesi. Dopo il comunicato stampa della lista “Apertamente”, il sindaco di Botrugno Pasquale Barone è intervenuto con lo stesso mezzo per smentire quanto affermato dalla minoranza.

Il primo cittadino (tra l’altro medico pneumologo di professione) corregge quanto diffuso da “Apertamente”: non sarebbe innanzitutto vero che i lavori di realizzazione delle struttura siano stati avviati, ma esisterebbe al momento solo un progetto preliminare che deve essere valutato da un team di tecnici; sarebbe anche falso che il tempio accoglierebbe ben otto salme al giorno, perché il regime massimo sarebbe di mille cremazioni all’anno, cioè non più di quattro al giorno; “Apertamente”, inoltre, aveva affermato che il tempio sarebbe sorto ad una distanza di 50 metri dalla casa più vicina, mentre Barone replica sostenendo che l’area individuata è quella di espansione del cimitero, a oltre 200 metri dalla prima casa. Il sindaco di Botrugno, poi, ridimensiona il movimento cittadino creatosi a sostegno delle tesi di “Apertamente”: i 150 striscioni affissi nel paese contro la realizzazione del tempio, come sostenuto dalla minoranza, rappresenterebbero per Barone solo “un esiguo numero di attivisti che ha piazzato gli striscioni a casa propria e dei propri parenti”, e pone dubbi sulla regolarità della raccolta firme attivata da “Apertamente” e con 1.500 adesioni, compresi, però, anche altri comuni.

Il sindaco ribadisce dunque la regolarità del procedimento, sottolineando come “la minoranza ha proposto in un Consiglio comunale aperto tale procedura, condivisa all’unanimità anche dalla maggioranza. Non voler seguire adesso tale percorso stabilito in un Consiglio comunale, che è sovrano, dimostra la loro scarsa serietà”. Barone ha poi evidenziato che la realizzazione del tempio è subordinata alla garanzia dell’innocuità dell’impianto e ad un ritorno economico per la comunità in termini di abbattimento di tasse e  miglioramento dei servizi. 

A sostegno delle tesi del sindaco, si schierano le tre società interessate al progetto, Altair srl, Edilver srl e Futurcrem srl: “All’apertura delle buste di gara erano sempre presenti i componenti di ‘Apertamente’, i quali hanno avuto modo di constatare le migliorie presentate, ma oggi diffondono dati falsi e tendenziosi. Il 4% di royalty per il Comune è diventato 7,5%, i 30 anni di affidamento sono scesi a 25, i botrugnesi (nonché altri cittadini convenzionati) pagheranno l’80% in meno della tariffa di cremazione. Il cimitero verrà dotato di nuovi servizi igienici, di un impianto fotovoltaico che abbatterà i costi delle lampade votive e di altre migliorie consultabili pubblicamente. I benefici economici del Comune andranno oltre i 15mila euro, superando i 70mila euro annui, soldi destinati al bene della comunità, anche di coloro che oggi falsificano i dati oggettivi a proprio uso e consumo”. 

 

Sempre più richieste di cremazioni in Puglia

 

Al di là delle ragioni pro e contro la realizzazione del tempio crematorio a Botrugno, un elemento che emerge dal quadro attuale è la necessità della presenza di una struttura analoga nel nostro territorio. Ad oggi, infatti, la Puglia si avvale del solo tempio crematorio di Bari, in grado di garantire anche 1.500 cremazioni all’anno ma ormai insufficiente a soddisfare la crescente richiesta sia della popolazione pugliese che di quella meridionale, considerano che il Sud Italia possiede solo tre di queste strutture: Salerno, Avellino e, appunto, Bari. D’altronde, lo stesso tempio del capoluogo pugliese ha aumentato esponenzialmente le sue cremazioni, considerando le sole 180 cremazioni annuali previste nel 2005, anno della sua apertura. 

Proprio da Bari si è dato avvio ad una rivoluzione del settore dopo l’approvazione da parte del Consiglio regionale della Legge n. 34 del 15 novembre 2008, “Norme in materia di attività funeraria, cremazione e dispersione delle ceneri”, un provvedimento che stabilisce tra l’altro i compiti di Regione, Province e Comuni nell’ambito della realizzazione e gestione dei tempi crematori. In particolare, l’art. 3, comma 1, prevede che “entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge, le province valutano il fabbisogno di crematori nell’ambito del proprio territorio, tenendo conto della popolazione residente, della distanza chilometrica e della necessità di consentire il pieno esercizio di libera scelta della modalità di sepoltura o della cremazione di ciascun cittadino, individuando, d’intesa con i comuni interessati, la localizzazione dei nuovi impianti”. Tale fabbisogno si palesò nel 2013 quando la Provincia di Lecce chiese ai Comuni la disponibilità ad ospitare un tempio crematorio e, tra i pochissimi candidati, la scelta cadde su Botrugno. 

E proprio ai Comuni la Regione ha assegnato invece le funzioni principali, comprese anche alcune norme su cui si basa lo scontro tra maggioranza e opposizione di Botrugno: se il comma 1 dell’art. 4 assegna ai Comuni la realizzazione di cimiteri e crematori, il comma 2 stabilisce che i cimiteri devono essere realizzati alla distanza di almeno 200 metri dal centro abitato, mentre il comma 4 evidenzia proprio che “i crematori devono essere realizzati all’interno delle aree cimiteriali esistenti o di ampliamento delle stesse”. 

 

Tempi e costi dei servizi offerti dal tempio crematorio di Bari 

 

La possibilità di essere cremati una volta passati a miglior vita è un’opportunità che la religione cristiana ha ammesso già nel 1968, ma che la Regione Puglia ha regolamentato nel 2008, anche per far fronte alle crescenti richieste pervenute al tempio di Bari, aperto già nel 2003. L’impianto del capoluogo pugliese è quindi l’unico, al momento, a servire l’intera regione e può quindi essere utile indicare i costi proposti per le diverse modalità di cremazione. 

Attualmente sono 589 gli euro richiesti per la cremazione dell’intera salma, 471 per i resti mortali, 441 per le parti anatomiche riconoscibili, 196 per i feti o i prodotti del concepimento. Il tempio crematorio di Bari, inoltre, propone a 270 euro l’acquisto del loculo e a 135 euro la tumulazione dell’urna. 

Prima di procedere alla cremazione devono compilare gli appositi moduli e attendere il proprio turno, ma i tempi non sono brevi: sul sito web del Comune di Bari si parla di 10 giorni in relazione al numero delle richieste (in costante aumento) e considerando anche la vetustà dell’impianto attualmente in funzione e che, per questo, dovrebbe essere oggetto nelle prossime settimane di alcuni lavori di ammodernamento e manutenzione. Anche per questo motivo appare necessario la presenza in Puglia di un secondo tempio crematorio e migliorare così l’offerta di un servizio che, per quanto legato a situazioni strettamente private e molto delicate, può rappresentare anche un nuovo business. 

 

Alessandro Chizzini