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Parità “politica”: Italia vs resto del Mondo

Nelle due camere italiane solo il 22% degli eletti è rappresentato da donne; nel Parlamento europeo la quota femminile sale al 35%, mentre tra i paesi del Vecchio Continente il record spetta alla Finlandia (62%) ed alla Svezia (56%). I dati diffusi da Arcidonna sono emblematici e rappresentano come nel nostro paese la “parità politica dei sessi” sia una chimera. L’Italia risulta essere infatti il paese dell’Unione dove le donne sono meno presenti nelle assemblee elettive, e questo nonostante non più tardi di sei anni, proprio su pressione del parlamento europeo, si sia addirittura apportata una sostanziale modifica alla carta costituzionale nazionale per promuovere espressamente l’accesso delle donne nella pratica dell’amministrazione pubblica.
Negli ultimi dieci anni la partecipazione femminile nella politica italiana è aumentata in media del 10%. In Costa Rica invece, per fare alcuni esempi, è passato dal 19% al 35% in una sola tornata elettorale ed in Sud Africa, ogni 100 seggi 36 sono appannaggio delle quota rosa. Donne ai posti di comando ci sono state soprattutto in Oriente. In India, la più grande democrazia del mondo, è emersa la figura di Indira Ghandi; in Israele primo ministro è diventata Golda Meir, mentre in Pakistan c’è stata l’ascesa di Benazir Bhutto. In Europa si ricorda la lady di ferro Margaret Thatcher; al governo della Germania oggi c’è Angela Merkel (nella foto). E l’Italia? Dalle nostre parti solo due donne sono arrivate a ricoprire un’alta carica istituzionale. La prima fu Nilde Iotti, poi toccò ad Irene Pivetti. Entrambe però non sono salite oltre la soglia della terza carica dello Stato, la presidenza della Camera dei Deputati.

 

Daniele Greco