Cresce il numero degli indignati, dopo la nostra inchiesta sulle ferie non godute e monetizzate. E adesso emerge che dirigenti e funzionari, nella stragrande maggioranza dei casi, non riescono a fare le ferie e solo uno sparuto numero tra loro è riuscito a godersi sole e mare
Nel Consiglio comunale di lunedì scorso i punti all’ordine del giorno riguardavano il riconoscimento di un debito fuori bilancio per un esproprio illegittimo che risale agli anni ’80 e che ha portato alla condanna dell’Amministrazione comunale per circa 150mila euro (oltre all’approvazione di un progetto esecutivo per la costruzione di una palestra pubblica), ma l’attenzione era tutta per le ferie non godute e le ricche monetizzazioni richieste da dirigenti e funzionari alla fine del rapporto di lavoro.
Belpaese, con la sua copertina dedicata alle “ferie di lusso”, faceva bella mostra di sé sui banchi dell’assise consiliare e il giornale passava di mano in mano con la dovuta scia di commenti. Qualche consigliere ripeteva che “occorre un intervento della Corte dei conti”, qualcun altro che “occorre vigilare per il futuro”, qualcun altro ancora che la “politica poco o nulla può sui dirigenti”.
Per il momento la politica non ha messo in atto nessuna mossa concreta, ad eccezione dell’impegno che si sono assunti i consiglieri Antonio Pepe (Udc), Giuseppe Spoti (Psi) e Maria Grazia Sederino (Movimento Moderati e Popolari) di rendere trasparente l’iter che ha portato al pagamento delle corpose somme all’ex direttore generale Luigino Sergio, all’ex segretario generale Angelo Calabretti e di fare chiarezza sulle richieste sospese. È prevalente la convinzione di dover bloccare la pratica dell’ex responsabile delle Attività Produttive, Donato Tundo, che ha avanzato richiesta per circa 300 giorni di ferie non godute, sino a quando non sarà chiarito il motivo che ha spinto l’ex segretario generale Calabretti a non concedere le ferie al funzionario.
Dirigenti e funzionari nella stragrande maggioranza dei casi non riescono a fare le ferie, mentre solo uno sparuto numero tra loro è riuscito a godersi sole e mare. Ha poco lavoro chi riesce a farsi queste benedette ferie? Mistero. Il segretario generale, Angelo Caretto, in carica dallo scorso ottobre, ha già cumulato 57 giorni di ferie non godute. Elvira Pasanisi, vice segretario generale, deve godere ancora di 28 giorni di ferie. Luigi Nuzzaci, dirigente delle Attività Produttive, può contare su ben 113 giorni. Luigi Cafaro, dirigente del settore economico-finanziario, di giorni ne ha 157. Giovanni Stasi, dirigente dei Lavori Pubblici, ha 42 giorni di ferie arretrate e Guglielmo Stasi, dirigente dell’Urbanistica, 133 giorni.
Certo è che nel giro di tre anni un po’ di questi dipendenti andrà in pensione e se la situazione non sarà sanata sarà un’emorragia per le casse comunali. Un giorno di ferie non godute, euro più euro meno, costa mediamente 350 euro: quindi l’accumulo di ferie in vista della pensione diventa un vero e proprio tesoretto.
Non solo i dirigenti, ma anche i funzionari hanno un bel po’ di ferie non godute da smaltire. Non tutti a dire il vero, ma certamente la maggior parte. Hanno goduto di tutte le ferie dello scorso anno: Elsa Benedetti (ha diritto a 27 giorni per l’anno in corso), Saverio Mengoli (15 per quest’anno), Maria Teresa Orrico (ancora 3 giorni per l’anno in corso), Rizzo Luigi (18), Anna Teresa Tundo (22). Sotto la decina, sempre per quanto riguarda lo scorso anno: Maria Antonica con 8 giorni, Giuseppina Cutazzo 3, Saverio Toma 8, Rita Toscano 7. Tutti loro hanno diritto ancora a 32 giorni di ferie per quest’anno. Numeri a due cifre (tra l’anno passato e quello in corso) per: Alessandro D’Errico 65, Maria Luce Maglio 60, Domenico Angelelli a quota 57, Giorgio Cafaro 57, Luigi Garzia 56, Daniele Grappa 55, Giuseppe Notaro 53, Angela Impagliazzo 50, Luciana Congedo 42, Nicola Serafino 42.
Maddalena Mongiò