La Giunta comunale è bloccata dall’esito del verdetto del Consiglio di Stato, si prospetta a singhiozzi l’ipotesi di azzeramento
“Prendiamo atto dell’avvenuta esecuzione della sentenza del Tar, implicita nell’invito a partecipare a questa Giunta. Ribadiamo la nostra intenzione di cooperare lealmente con il sindaco e gli assessori nell’esecuzione degli indirizzi di mandato presentati dal sindaco ad inizio consigliatura”. Sono queste alcune delle ultime parole pronunciate da Adriana Poli Bortone a nome della parte Io Sud estromessa, comprensiva degli assessori Lucio Battista e Severo Martini nell’penultima seduta di Giunta Comunale, poco prima dell’uscita volontaria dei tre dall’aula e da un ordine del giorno ad personam: la costituzione presso il Consiglio di Stato. Parole chiare e rassicuranti quelle della senatrice, evidentemente non abbastanza per rabbonire la fermezza post-Tar del primo cittadino Paolo Perrone e della sua maggioranza, oramai in attesa del verdetto del Consiglio di Stato.
Intanto, a Palazzo Carafa l’unica vera ri-presa che possa riguardare l’attività amministrativa rassomiglia sempre più ad un ri-cominciare, sinonimo di azzeramento. Un procedimento che non è così semplice da spiegare come il suo stesso pronunciare lascia immaginare. Ma è un alternativa, assieme al ritorno alle urne la più plausibile. Soprattutto in seguito alla definitiva rottura avvenuta all’ultima riunione di Giunta in cui non si è raggiunto il numero legale. La maggioranza ha firmato un documento dichiarando di non voler proseguire nell’attività amministrativa con Io Sud in aula. “L’Amministrazione così com’è non funzione -afferma Perrone motivando l’uscita dall’aula dei suoi consiglieri e assessori- non può tenere fede agli impegni presi nei confronti dei cittadini”. Da parte sua Io Sud a nome di Paolo Cairo chiede di “ripristinare il normale svolgimento delle attività di questa amministrazione, di indire la convocazione della Giunta, come per altro più volte richiesta dalla senatrice Poli Bortone con missive indirizzate al segretario generale ed al sindaco, e di mantenere l’attuale compagine di maggioranza, che potrà essere alterata esclusivamente da un allargamento condiviso e giammai da un’estromissione forzata. Qualora questo non fosse possibile, a causa delle pressioni delle forze che lo sostengono, riteniamo che l’unica strada percorribile per non violare la volontà popolare che ha decretato la sua elezione, sia quella del ritorno alle urne”.
Il tanto atteso dialogo tra la reintegrata senatrice vice sindaco Adriana Poli Bortone e il primo cittadino Paolo Perrone, o meglio ancora tra Pdl e Io Sud sembra oramai appartenere solo al miraggio dell’ideologia a cui ogni tanto ci si lascia andare come ad un bel ricordo, e che consiste in quelle radici di destra che nessuno può negare all’altro: “Gli elettori di Adriana Poli Bortone hanno radici a destra”, affermava il sindaco riferendosi all’esito del ballottaggio. E sono proprio Raffaele Fitto e Antonio Gabellone ad aprire prospettive di dialogo verso la senatrice. E proprio su questo controsenso si basa l’accusa di incoerenza lanciata dall’assessore Severo Martini: “Abbiamo dimostrato di essere amati a Lecce -afferma l’assessore ai Lavori Pubblici- raccogliendo un gran risultato elettorale. Siamo pronti ad appoggiare il sindaco e portare avanti il programma del 2007. Non capisco perchè ci si stia accanendo, nonostante poi le aperture di Fitto e Gabellone. Allora è vero che con le parole si apre al dialogo ma con i fatti si mette una pietra sopra?”.
Il capogruppo dell’opposizione Antonio Rotundo parla di un grave problema di rappresentatività: “Tutto era accaduto sinora, ma che la maggioranza del Pdl boicottasse i lavori consiliari non era mai successo prima. Lo spettacolo di vedere in fila uno per uno prima i consiglieri, poi gli assessori ed il sindaco abbandonare l’aula consiliare è la rappresentazione più evidente della grave crisi che sta attraversando la nostra città. Perrone ha il dovere a questo punto di prendere atto che la maggioranza scelta dagli elettori è irrimediabilmente in crisi e deve avvertire la responsabilità politica e morale di assumere le decisioni conseguenti. È evidente che non ci sono più le condizioni amministrative per governare Lecce”.
Il tempo dirà chi ha torto e chi ragione. E il tempo spesso è solo una questione di giorni.
Alessandro Tomaselli