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Maglie, non più capolinea

L’idea di far diventare la stazione di Maglie destinazione finale delle Ferrovie dello Stato non avrà seguito: la Regione Puglia ha deciso di non procedere all’elettrificazione della linea puntando piuttosto a rendere più efficienti i collegamenti della Sud-Est 
 
Il Milano-Maglie? Non si farà. Il sogno di salire in piazzetta Stazione e di sbarcare direttamente in Lombardia rimarrà nel cassetto, nonostante le buone ragioni dell’assessore provinciale Bruno Ciccarese, intenzionato a spostare il capolinea delle Ferrovie nella città di Aldo Moro. La Regione ha detto no preferendo puntare sull’ammodernamento della Sud-Est e negando i fondi per l’elettrificazione della tratta Lecce Maglie, passaggio indispensabile per far arrivare gli Eurostar fino al cuore del Salento. Ciccarese aveva proposto a metà estate, “un’opzione strategica per i trasporti, per migliorare l’attuale inefficiente sistema di trasporto pubblico locale venendo incontro alle reali esigenze di mobilità, mediante il prolungamento della linea ferroviaria da Lecce a Maglie, l’integrazione del trasporto pubblico su gomma e una variante del tracciato ferroviario che permetta un veloce collegamento della provincia di Lecce all’aeroporto di Brindisi”. 
Si era dato un gran da fare l’assessore provinciale ai Trasporti, come preannunciato sulle pagine di Belpaese del 23 luglio scorso: “Si tratta di un’occasione preziosissima: la Regione Puglia investirà delle risorse sulle infrastrutture del Salento e, fra le tratte interessate dal provvedimento economico, c’è anche la Lecce-Maglie. Nel momento in cui si vanno a stanziare dei fondi, che non sono sufficienti per ammodernare e trasformare l’attuale sistema ferroviario e della metropolitana di superficie, possiamo intervenire bene sui singoli tratti. Maglie è al centro della provincia di Lecce, in una posizione strategica. È opportuno potenziare quella linea per garantire una facile mobilità verso Lecce, la Puglia e l’intera Italia”. 
Ma già dalla scarsa affluenza di primi cittadini all’incontro pubblico convocato in Provincia per illustrare la bontà del progetto, si era capita l’aria che tirava. Eppure l’idea era intrigante, tanto da causare la levata di scudi di altre cittadine interessate a diventare il capolinea terminale delle Ferrovie dello Stato. 
A cominciare da Gallipoli. Sempre sul nostro giornale avevamo raccontato infatti delle velleità della cittadina jonica di ritornare ai fasti degli anni Trenta, alla rincorsa di un progetto di oltre dieci anni fa inviato dall’allora commissario prefettizio Francesco Leopizzi al Ministero dei Trasporti, al presidente della Giunta Regionale e alla Direzione Generale delle Ferrovie dello Stato affinché si ripristinasse il Gallipoli-Bologna. A rivendicare la primogenitura della “Città Bella” dapprima il sindaco di Sannicola, Giuseppe Nocera, preoccupato di vedere ridimensionata l’area jonica e successivamente dell’ex consigliere comunale Giuseppe Coppola che aveva sottolineato come Gallipoli potesse fare affidamento su un bacino di oltre 200mila presenze nei tre mesi estivi: “La stazione sarebbe prioritaria in chiave turistica e per il potenziamento di collegamenti e trasporti. È utile inoltre ricordare che la tratta ferroviaria Gallipoli-Lecce è stata di proprietà delle Ferrovie dello Stato e data in concessione alle Ferrovie Sud-Est”. Argomento però stoppato sul nascere dal consigliere regionale del Pdl, Antonio Barba: “Proposte vecchie di dieci anni non possono essere rese attuali passando il bianchetto sulla data di presentazione, perché diversi sono i tempi e diverse le prospettive”. 
A pronunciare la parola fine, la Regione Puglia, che di mettere mano al portafogli per elettrificare la linea -adesso è ufficiale- non ci pensa proprio.  
 

Rotta a Sud-Est. Ed è polemica tra Minervini e Ciccarese
 
La Regione punta sulla Sud-Est. La deliberazione di 120 milioni di euro per la l’ammodernamento delle linee di trasporto locale su ferro stoppa di fatto l’idea di spostare verso sud il terminale ferroviario nazionale. 
Per l’assessore provinciale Bruno Ciccarese, come dichiarato al Corriere della Sera, “saranno sostituite alcune traversine ferroviarie, saranno intensificate le corse, chiusi alcuni passaggi a livello, verranno installate delle barriere acustiche, però questo non è proprio quello che volevo. Io puntavo sull’elettrificazione della linea in modo che potessero giungere a Maglie i convogli provenienti dal Nord”, aggiunge. In pratica la Regione Puglia, avendo completato l’elettrificazione delle linee baresi trasferirà i convogli diesel, in sostituzione delle vecchie littorine, nel Salento. 
Ciccarese ritiene che questa operazione al risparmio sia discriminante per la Provincia di Lecce: “A Bari e al suo hinterland hanno destinato un miliardo di euro e per noi sono rimaste le briciole. Tra l’altro sono stati stanziati i soldi per l’elettrificazione della Taranto-Martina Franca e della Bari-Martina Franca. In sostanza, tutte le linee che arrivano a Bari loro le hanno elettrificate, mentre il Salento viene tagliato fuori”. 
Una presa di posizione che ha scatenato, sempre dalle stesse pagine, la reazione dell’assessore regionale alla Mobilità, Guglielmo Minervini: “Quello di Ciccarese mi sembra un discorso da bar. Lui dovrebbe sapere, come uomo delle istituzioni, che stiamo parlando dell’attuazione dei Programmi operativi dei fondi strutturali 2007-2013. I 120 milioni che nel 2007 sono stati stanziati per l’ammodernamento della rete ferroviaria salentina non colmano l’arcaica arretratezza dell’infrastruttura, però sono un primo, incisivo passo verso un intervento che si potrà fare per assicurare al servizio un salto di qualità”. 
Secondo l’assessore regionale, puntare sulla riqualificazione delle Sud-Est porterà ad una rivoluzione in termini di collegamenti: “È prevista la sostituzione e l’ammodernamento dei binari, quelli attuali sono vetusti. In molti tratti sono in funzione ancora traversine di legno del 1904. Quelle nuove, di cemento, sono capaci di sostenere carichi più rilevanti e quindi di far viaggiare treni più moderni come i Flirt a una velocità maggiore”. 
Maglie nella riorganizzazione complessiva, avrà un’importanza strategica: “Cercheremo di cadenzare ogni 15 minuti la partenza dei treni sulla tratta che collega la cittadina al capoluogo. Più in generale si punta anche ad abbattere i tempi di percorrenza passando da una media generale che si attesta oggi sotto i 50 km orari, a 120 km all’ora”.