Ha un nome e cognome il militare deceduto nel corso della Grande Guerra: si tratta di Giovanni Serio di San Cesario, dato per disperso dopo la battaglia degli Altipiani del 1916 e mai ritrovato
La storia del soldato del Lemerle è iniziata nel settembre 2015, quando una troupe di “History Channel” si è recata sull’Altopiano di Asiago per un documentario sulla Grande Guerra. Nel corso di un sopralluogo nel bosco di monte Lemerle gli operatori accompagnati dagli studiosi hanno recuperato un elmetto Adrian che affiorava dalla terra, e sotto l’elmetto i resti di un fante, una gavetta con incise delle iniziali, G.S. È iniziata così una ricerca appassionata di Alessandro Gualtieri e Giovanni Delle Fusine che, spinti dalla curiosità che anima ogni storico, si diedero l’impegno di attribuire un’identità a quei resti miseri e gloriosi. Una ricerca documentale scrupolosa, il vaglio dei fogli matricolari dei dispersi impiegati nella zona, e non ultima la difficile riesumazione da parte di Onorcaduti, per un’analisi più approfondita dei resti, ha portato i due studiosi nel Salento, a Giovanni Serio, dato per disperso nel giugno 1916 a seguito della battaglia degli Altipiani.
Giovanni era un ragazzo chiamato come tanti suoi coetanei a servire la Patria. Nella temperie della terrificante guerra del 1915-1918 un’intera generazione venne tragicamente coinvolta nella più cruenta carneficina che la storia militare ricordi. Giovanni Serio, per spirito del dovere, perché richiamato, perché costretto, perché intimamente convinto di voler e dover prendere le armi per difendere i sacri confini della Patria, venne strappato alla sua terra, ai suoi affetti, alla sua famiglia, e catapultato in un mondo lontano, per le distanze di allora, sideralmente distante dal suo Salento.
Tra il 15 ed il 16 maggio 1916 nell’altopiano di Asiago si scatenò una delle più sanguinose battaglie di tutta la Prima Guerra Mondiale, la “Strafexpedition”: per giorni le artiglierie austriache batterono a tappeto il cono dell’altopiano dove erano schierate le fanterie del generale Cadorna. Poi l’offensiva dell’11esima e della terza armata austriaca su un fronte di 70 chilometri. Gli austriaci prendevano terreno, gli italiani contrattaccavano, una carneficina.
In provincia di Vicenza, a sud-ovest di Asiago, da una frazione del Comune di Roana (Cesuna) si raggiunge il bosco di monte Lemerle, dove nel giugno 1916 si affrontarono la prima armata italiana, raffazzonata all’ultimo momento, richiamando soldati dalla Libia e dall’Albania, sotto il comando del generale Pecori Giraldi, ed il 3° Corpo d’armata austroungarico del generale Hötzendorf, che volle sperimentare contro gli italiani le tattiche di guerra-lampo, poi perfezionate dagli alleati tedeschi qualche anno più tardi. L’iniziale successo della spedizione austriaca si infranse contro la difesa disperata della fanteria italiana, che nel giugno 1916 ricacciò gli austriaci dall’Altopiano, a prezzo di altissime perdite umane da entrambi gli schieramenti.
Giovanni Serio di San Cesario, fante leccese, perse la vita in quel bosco, probabilmente falciato da un colpo di mitraglia. Se ne persero le tracce per quasi cento anni, tanto che fu annoverato tra le migliaia di militi ignoti. Fino al 2015 anno in cui, non potendogli essere restituita la giovane vita spesa per servire la Patria, gli si è restituita l’identità, la memoria, l’onore e la riconoscenza della sua comunità e dei suoi familiari.
La certezza matematica dell’identità del soldato del Lemerle potrebbe arrivare solo attraverso un confronto genetico; spetterà ora ai familiari decidere se procedere con un esame comparativo del DNA. Intanto dalla ricerca di Alessandro Gualtieri e Giovanni Delle Fusine è nato un libro, Il soldato del Lemerle. Un mistero lungo un secolo, edito da Polistampa di Firenze, che sarà presentato a San Cesario il 22 ottobre prossimo presso l’ex Distilleria De Giorgi.
Vincenzo Scarpello – foto: Ilgiornaledivicenza.it