In vantaggio fino al 91° grazie ad Almqvist, i giallorossi si fanno rimontare dalla Roma in tre minuti. Azmoun e Lukaku (al quale Falcone aveva parato un rigore) regalano tre punti a Mourinho
E’ una di quelle gare che possono pesare sotto l’aspetto psicologico e, alla lunga, anche in ottica classifica. Il Lecce di Roberto D’Aversa esce con le ossa rotta dall’Olimpico di Roma, dopo aver tenuto testa alla formazione di Josè Mourinho. I salentini si sono difesi, sono stati fortunati in alcune circostanze, ma non sono stati a guardare; anzi, hanno espresso gioco e idee, sono poi passati in vantaggio, ma sono stati beffati nel recupero, per ben due volte. Dal paradiso all’inferno in tre minuti.
La Roma parte subito forte e il Lecce è costretto a difendersi, tanto è vero che, dopo una pericolosa conclusione di Dybala terminata di poco a lato, il Var vede un tocco di mano di Baschirotto in area, portando l’arbitro Colombo a decretare il calcio di rigore. E’ il 5 ° minuto e Lukaku si porta sul dischetto. La conclusione dell’attaccante belga è bassa e centrale, ma non inganna Falcone che respinge coi piedi. E’ il primo rigore sbagliato in Italia dall’ex attaccante dell’Inter, che proprio in maglia nerazzurra aveva realizzato tutti i 14 tiri dal dischetto sui quali si era presentato.
La Roma continua a fare la partita e Falcone si mette in mostra al 25° minuto con una bella respinta sul tiro di Aouar. Al 31° minuto è Dybala a spaventare i giallorossi salentini con un mancino che sfiora il palo. Il Lecce, però, migliora la fase difensiva e guadagna campo e al 39° minuto si fa vedere con Krstovic che raccoglie un bel cross di Almqvist; la sfera viene deviata da Llorente e poi controllata con non troppi patemi da Rui Patricio.
Nel secondo tempo, i salentini dimostrano di aver trovato la quadra. Al minuto 54 Pongracic si incunea di forza in area avversaria e conclude, trovando però pronto il numero uno romanista. Dopo pochi minuti, Falcone chiude ancora la porta a Lukaku, respingendone coi piedi una pericolosa conclusione. La prima svolta della gara arriva al minuto 72: Banda, preferito ancora a Strefezza, sfila via alla difesa capitolina in un rapido contropiede, riesce a servire in mezzo dove giunge Almqvist che di prima calcia e supera Rui Patricio.
La reazione della Roma porta, ancora una volta, la figura di Dybala, il cui tiro a giro termina di poco a lato. Il Lecce non sta a guardare e prova a chiuderla con Strefezza, subentrato a Banda: la conclusione dell’italo-brasiliano esce a lato di pochissimo.
Si entra nel recupero e tutto l’ambiente giallorosso sta già assaporando l’impresa, ma il calcio ha insegnato molte volte che le partite si decidono al triplice fischio (Cagliari-Frosinone docet). E’ il minuto 91: Zalewski crossa dalla sinistra e Azmoun colpisce di testa; Falcone questa volta non può nulla e la Roma trova il pareggio. Un risultato che, comunque, sarebbe stato accettato non molto a malincuore. All’ultimo respiro, invece, arriva la seconda beffa: al 94° Dybala mette in mezzo per Lukaku, il quale vince lo scontro fisico con Touba e supera Falcone, riscattandosi dell’errore dal dischetto e regalando tre punti insperati ai padroni di casa.
Di positivo c’è la prestazione, ma è il risultato a pesare sulla classifica. Il Lecce resta fermo a 13 punti, non più così distante dalla zona retrocessione. Perdere in questo modo fa molto male e ora D’Aversa avrà il compito di riportare in alto il morale dei suoi uomini, presumibilmente a terra dopo una beffa simile; d’altronde, il prossimo impegno è di quelli da segnare sul calendario, perché sabato 11 novembre, alle ore 15, al “Via del Mare” arriverà il Milan di Stefano Pioli.
(Foto: US Lecce)