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Lecce “città sprecona” secondo il Sole 24 Ore

Una classifica basata sui dati della Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale colloca il capoluogo all’ottavo posto tra i Comuni con la maggiore spesa pubblica rispetto al reale fabbisogno
 
Una speciale graduatoria pubblicata sul Sole 24 Ore assegna alla città di Lecce l’ottavo posto tra i Comuni italiani con la più alta spesa pubblica. I dati sono stati forniti dalla Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale (Copaff), impegnata in questi mesi nelle analisi delle spese degli enti locali e nell’individuare il costo reale di ogni servizio fornito dalle pubbliche amministrazioni. 
Dagli studi è emerso che a Lecce si concentra l’1,7% degli sprechi totali registrati in tutti i capoluoghi di provincia; nel dettaglio sarebbero ben 21,6 i milioni spesi dall’Amministrazione comunale leccese per ottemperare ai cosiddetti “servizi generali”, contro un fabbisogno standard di 16,4 milioni calcolato dalla Copaff; il 31,8% in più rispetto al necessario, quindi, anche alla luce di quanto il Comune ha effettivamente reso alla città. Non sono però questi dati di per sé a destare preoccupazione. 
In base ai dati registrati dalla Cosapp, il Governo avrebbe dovuto quantificare i finanziamenti per ciascun Comune, premiando maggiormente le città dimostratesi più virtuose e quindi più meritevoli; lo scorso gennaio è poi saltato l’accordo sulla ripartizione del taglio di oltre due miliardi previsto dalla spending review; i tagli quindi verranno distribuiti basandosi sui consumi intermedi (cioè le spese sostenute per l’erogazione dei servizi) e i flussi di cassa, anziché sui fabbisogni standard. 
Una scelta che quindi punisce le città come Lecce e che ha convinto il sindaco Paolo Perrone ha presentare ricorso straordinario al Capo dello Stato per opporsi allo spending review. Queste stesse analisi vengono però contestate dall’assessore al Bilancio e alla Programmazione Economica Attilio Monosi: “Ritengo che non sia possibile stilare una classifica su dati eterogenei che includono costi su alcuni servizi, quali quella extra che non rientrano nell’ordinaria amministrazione. Queste spese sono state inserite nelle operazioni effettuate dalla Copaff, con la conseguente rilevazione di dati non puntuali. Sono pronto, anzi, a riprendere il bilancio comunale e rielaborare tutti i dati; potrei così rielaborare la graduatoria, dove Lecce occuperebbe sicuramente una posizione migliore”. 
Di diverso tenore, invece, il parere di Carlo Salvemini, capogruppo di Lecce Bene Comune: “I dati forniti dalla Copaff documentano una situazione di particolare inefficienza. Con l’attuazione dello spending review, queste sono cifre che devono fare riflettere e che devono essere aggrediti. Tutto ciò non sarebbe ovviamente necessario se questi calcoli dovessero risultare sbagliati, se non di parte. E questa è spesso la risposta della nostra Amministrazione comunale ogni volta viene evidenziata una situazione di inefficienza e non eccellenza che la riguarda”.