L’Amministrazione comunale non paga la bolletta Aqp e l’asilo nido rischia di vedersi chiudere l’erogazione dell’acqua. Poi si “ricorda” di un decreto ingiuntivo a due giorni dalla scadenza dei termini per l’opposizione
Dapprima i piccoli che frequentano l’asilo nido comunale di via Piave hanno rischiato di rimanere con i rubinetti a secco (pare per una dimenticanza dell’amministrazione comunale nel pagamento delle bollette dell’Acquedotto) poi per un soffio a Palazzo Orsini si sono salvati dal rischio di subire un pignoramento per la non modica cifra di 521.683,95 euro. Inutile dire che la tensione per questi episodi ha raggiunto l’apice e non sono mancati i malumori nei confronti di dirigenti e funzionari. Qualcuno, a mezza voce, ha anche considerato che proprio non si capisce perché, dirigenti e funzionari, pur non andando in ferie -sono in molti a doverne smaltire un bel po’ di giorni- non riescono a stare dietro alle cose più banali qual è, per l’appunto il pagamento delle utenze. Insomma l’ordinaria amministrazione pare aver perso la bussola al pari della politica. I fatti. La chiusura dell’erogazione dell’acqua, nell’asilo nido comunale, è stata scampata per il buon cuore del tecnico inviato dall’Aqp e la cifra da pagare non era elevata: i motivi del mancato pagamento non sono chiari o meglio sono stati spiegati come semplice dimenticanza.
Altro capitolo quello relativo al decreto ingiuntivo con cui la Sud Gas, società con sede in Campi Salentina, ha vantato la riscossione del credito dovuto per il trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati chiedendo al competente Tribunale un’ingiunzione di pagamento notificata poi lo scorso 23 giugno. Si tratta di un credito che la società ha maturato nel 2009 e sino a giugno dello scorso anno.
Purtroppo di questa ingiunzione si perde traccia nelle stanze del Palazzo e solo un paio di giorni prima della scadenza dei termini dell’opposizione al decreto ingiuntivo il segretario generale, Angelo Caretto, chiede ai dirigenti competenti per i Lavori Pubblici e Bilancio, di riferire al sindaco Coluccia e alla dirigente dell’Avvocatura se sussistono i motivi che giustifichino l’opposizione. Quindi solo in extremis si è potuto correre ai ripari con una Giunta comunale che in fretta e furia ha delibera il mandato a un legale prima e l’opposizione all’ingiunzione il giorno dopo.
E qui salta fuori che il debitore, secondo Gianluigi Bidetti, il legale incaricato di difendere il Comune, non sarebbe l’amministrazione comunale bensì la Csa, società mista pubblico-privata che gestisce la raccolta dei rifiuti dei galatinesi. Insomma questo macigno dovrebbe smuoverlo il presidente Domenico Palmieri. In sintesi il legale ha esaminato la documentazione e ha rilevato che l’obbligo di pagamento delle fatture della Sud Gas per l’anno 2009 spetterebbe alla Csa che all’epoca riscuoteva la Tariffa di Igiene Ambientale. La Giunta ha accolto la linea difensiva dell’avvocato Bidetti e ora la Csa si ritrova mani e piedi a rispondere del debito. E, come si suol dire, di sicuro non finisce qui.
Fortuna ha voluto che l’assessore all’Urbanistica, Carmine Spoti, abbia partecipato -su delega del sindaco, Giancarlo Coluccia- a una riunione dell’Ato in cui si discuteva la questione. Essendo prima che assessore un avvocato, ha colto subito la gravità del problema e ha messo a “ferro e fuoco” il Palazzo. L’assessore Spoti non ha ritenuto di fare alcuna dichiarazione e si è trincerato dietro un “no comment” che la dice lunga. Certo è che nella riunione di Giunta comunale, in cui in extremis si è cercato di rimediare a questa “dimenticanza” davvero clamorosa, i due assessori Spoti e Garzia (quest’ultimo con delega alle Attività Produttive) erano assenti.
Maddalena Mongiò