Cerca

La replica del Partito Democratico sul “caso-Monteco”

Il gruppo politico di maggioranza relativa all’interno della coalizione di centrosinistra che per dieci anni ha sostenuto l’ex sindaco Remigio Venuti fruga ogni dubbio sulle responsabilità

 

“Ultimamente abbiamo notato che molti, sia tra le forze di opposizione che anche tra le fila dell’attuale maggioranza, si sono sentiti in dovere di esprimersi sulla decisione del commissario di aumentare per i prossimi anni la Tarsu”. Inizia così la replica che il Partito Democratico cittadino affida ad un comunicato stampa per ritornare sulla questione del debito Monteco e sulle ripercussioni che questo comporta per le casse comunali per i prossimi anni. È una presa di posizione netta e precisa con la quale il partito di centrosinistra cerca di frugare ogni dubbio sull’attribuzione delle responsabilità sulla materia.
“Esprimere considerazioni in proposito non è di per sé deprecabile -continua la nota- anzi testimonia quanto i rappresentanti dei cittadini siano vicini ai loro problemi e abbiano l’interesse a relazionarsi con i cittadini stessi. Purtroppo queste considerazioni, da qualsiasi parte esse venissero, erano sempre accompagnate da distinguo verso la vecchia amministrazione e da precise indicazioni di colpevolezza nei confronti della stessa, in primis verso l’ex sindaco Remigio Venuti”.
E dopo l’arringa, trova spazio la “cronaca” dei fatti, così come ricostruito dal partito di maggioranza relativa all’interno della coalizione che ha governato con Venuti negli ultimi dieci anni. “Analizzando i fatti -sottolineano quindi dal Pd- si deduce chiaramente che il contratto di appalto fu stipulato nel 1994; che dal 1997 al 2004 non sono mai sati richiesti e quindi concessi adeguamenti contrattuali e che quindi era impossibile stanziare somme per la copertura di eventuali adeguamenti, e oltretutto era impossibile richiedere aumenti ai cittadino perché con la legge Tarsu non è possibile fare cassa. Inoltre -spiegano ancora-, se il Comune non si fosse opposto in giudizio il debito sarebbe stato di oltre 4 milioni e 800mila euro invece di 2 milioni e 50mila ed infine la situazione che si è venuta a creare non ci sarebbe stata se la Cassa Depositi e Prestiti non ci avesse negato il mutuo per una errata interpretazione della legge”.

 

Daniele Greco