Anche il Vescovo della diocesi Nardò-Gallipoli a sostegno della lotta contro la chiusura dell’ospedale neretino
In centinaia hanno detto “no” alla chiusura del “San Giuseppe Sambiasi”. E per farlo si son dati appuntamento nel capoluogo pugliese lo scorso mercoledì 18 gennaio. Il messaggio (l’ennesimo) lanciato a Nichi Vendola e al governo regionale da parte della popolazione neretina è forte e chiaro: modifica del piano di riordino ospedaliero attraverso la reintegrazione dei servizi di base, istituzione di nuovi reparti e aumento dei posti letto.
L’iniziativa di “marciare su Bari” è del comitato “Spes Civium”, un gruppo di professionisti presieduto dal dottor Roberto Filograna che da anni si batte contro la chiusura del nosocomio neretino. “Il disagio sociale ed economico, derivato dalla gestione della cosa pubblica degli ultimi tempi -si legge in un comunicato- richiede particolare attenzione da parte delle Autorità preposte alla gestione della sanità pugliese, affinché vengano utilizzate al meglio le strutture esistenti ed efficienti che possono essere ampliate e potenziate, per non gravare ulteriormente sui cittadini più indigenti, già duramente colpiti dall’attuale crisi economica”.
Anche stavolta, come nella manifestazione pubblica che si tenne lo scorso 12 novembre, a dar man forte a “Spes Civium”, oltre alla cittadinanza neretina e ai suoi attuali (ed ex) amministratori al completo, anche il vescovo della diocesi Nardò-Gallipoli monsignor Domenico Caliandro e i primi cittadini di Galatone, Seclì, Neviano, Aradeo e Porto Cesareo.
Stefano Manca