Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in maniera efficiente e a svolgere determinate funzioni. Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie sotto ogni categoria di consensi sottostanti. I cookie categorizzatati come “Necessari” vengono memorizzati sul tuo browser in quanto essenziali per consentire le funzionalità di base del sito.... 

Sempre attivi

I cookie necessari sono fondamentali per le funzioni di base del sito Web e il sito Web non funzionerà nel modo previsto senza di essi. Questi cookie non memorizzano dati identificativi personali.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie funzionali aiutano a svolgere determinate funzionalità come la condivisione del contenuto del sito Web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre funzionalità di terze parti.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie analitici vengono utilizzati per comprendere come i visitatori interagiscono con il sito Web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche di numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, fonte di traffico, ecc.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie per le prestazioni vengono utilizzati per comprendere e analizzare gli indici di prestazione chiave del sito Web che aiutano a fornire ai visitatori un'esperienza utente migliore.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie pubblicitari vengono utilizzati per fornire ai visitatori annunci pubblicitari personalizzati in base alle pagine visitate in precedenza e per analizzare l'efficacia della campagna pubblicitaria.

Nessun cookie da visualizzare.

Cerca

La Grotta di San Giovanni, il ventre della Dea fecondato dal dio della Vegetazione

A poca distanza dal “furticiddhu della vecchia”, domina la località Santi Stefani, sul Monte della Serra, situato a 112 metri sul livello del mare, la grotta di San Giovanni, uno straordinario esempio di cristianizzazione degli antichi luoghi della spiritualità pagana.
La grotta, dovuta ad un singolarissimo fenomeno carsico, è caratterizzata da pilastri naturali che sembrano sorreggerne la volta. All’interno di essa si svolgevano le antiche ritualità neolitiche, legate alla fertilità della terra e degli uomini. Vertice e fulcro dell’anno naturale era per queste popolazioni la cui vita era scandita dai tempi della natura, la notte del solstizio d’estate, il momento culminante del viaggio del sole nel cielo, il quale inizia la sua ridiscesa. In questa magica notte avvenivano le nozze sacre del Dio della vegetazione, il cui simbolo era il serpente, con la Dea Madre, la cui unione garantiva la prosperità dei raccolti e la fortuna nella caccia. Tale unione veniva ritualmente replicata dai sacerdoti e dalle sacerdotesse che si rinchiudevano in queste grotte dando corso a rituali di fertilità che si incentravano sull’unione fisica e spirituale della terra con il mondo vegetale, la cui vita era garantita dalla rugiada che in quella magica notte diveniva teurgica, curativa.
Uomini e donne si rotolavano nella notte nell’erba per rigenerare il corpo e ritrovare la fertilità, e tutta la natura, sconvolta dalla magia astrale della notte di San Giovanni, veniva coinvolta in fenomeni straordinari: si riteneva ad esempio che gli animali acquisissero la parola e vaticinassero agli uomini le loro sorti. In seguito alle nozze sacre avveniva il consueto sacrificio umano o animale e la ricorrenza sacrale si concludeva con un falò, attorno al quale avvenivano danze e banchetti.
Di tali consuetudini rituali sono rimaste tracce importanti nelle tradizioni cristiane legate al culto di San Giovanni, che hanno contribuito a tramandare sino a noi l’essenza spirituale del nostro passato più antico. È stato proprio grazie alla cristianizzazione del culto pagano che è stata resa possibile agli antropologi ed agli archeologi la ricostruzione di un antichissimo passato che altrimenti si sarebbe perduto per sempre. La Religione Cattolica, memore della pax deorum che aveva garantito l’universalità spirituale di Roma nel mondo antico, preferì assorbire le religioni pagane anziché distruggerle, preservando nella trasformazione e nella attribuzione del senso autentico del sacro dell’intuizione che di esso aveva avuto l’antenato, che non aveva potuto avere conoscenza dell’incarnazione del logos divino.
La devozione al dio vegetazionale ed alla Dea Madre, traslata nel culto di San Giovanni e nella fortissima devozione Mariana, molto sentita a Giuggianello come in tutto l’Occidente cattolico, è potuta così sopravvivere fino ai giorni nostri, vivendo periodi altalenanti di fortuna tra un medioevo greco di splendore iconografico, nel corso del quale molti santuari rupestri vennero convertiti in chiese con l’apposizione di magnifici affreschi di scuola bizantina, ed un periodo di declino, conclusosi fortunatamente con un avvenimento prodigioso, la guarigione della figlia del massaro della vicina Masseria “Armino”, che contribuì personalmente al restauro dell’antica grotta ed alla ripresa di un fenomeno culturale che compendia l’essenza stessa dell’Identità Salentina, ossia la devozione ad una Madre Celeste, e contemporaneamente Madre terrena, della quale hanno avuto privilegiata premonizione e conoscenza i nostri avi, sin da quei tempi ancestrali nei quali Ella veniva chiamata Dea Madre.    (V. C.)