Il cantautore salentino ci parla del suo nuovo album, Vico Sferracavalli 16, prodotto dalla Sunshade Records del chitarrista e producer Adriano Martino
Dalla vittoria della prima edizione italiana di X Factor con gli Aram Quartet, passando per Il teatro dei burattini, l’album che segna il suo esordio da solista, e per importanti riconoscimenti (Premio “Roma Videoclip 2012”) e collaborazioni, Michele Cortese apre la nuova stagione musicale di quest’autunno con il suo secondo lavoro discografico. Una produzione personalissima, in bilico tra emozioni del cuore e venature rock.
Partiamo dal titolo, Vico Sferracavalli 16, che prende il nome dall’indirizzo di una dimora creativa. Ce ne parli?
È proprio una casa all’interno della quale ho abitato per due anni e scritto la maggior parte delle canzoni che sono contenute nell’album. Mi piaceva l’idea di far riferimento sin dal titolo del disco a quell’atmosfera magica che per me ha caratterizzato dei momenti compositivi preziosissimi. E da lì è nato Vico Sferracavalli.
Qual è l’identità sonora dell’album?
Nel disco convivono due anime, una più sentimentale, l’altra più rock, cioè come io sono caratterialmente. Ed è una cosa che mi ha molto divertito nella composizione delle canzoni, ma mi ha anche esposto a critiche da parte di alcuni addetti ai lavori che mi hanno suggerito di seguire un mood, piuttosto che l’altro, per mettere a fuoco un’unica personalità. Suggerimento che ho preferito non seguire, perchè credo che l’unica via per potersi esprimere in maniera autentica e personale sia quello di non sottostare a standard compositivi che indurrebbero ad omologarsi da un punto di vista artistico.
La questione, il singolo ora in promozione, porta la firma di Francesco Gazzè. Com’è nata questa collaborazione?
L’ho conosciuto dopo l’esperienza di X Factor. C’erano già stati dei tentativi di collaborazione per il disco di inediti degli Aram Quartet. Ci sono quindi rimasto in contatto e già nel mio primo disco ho avuto modo di scrivere una canzone con lui. E anche in Vico Sferracavalli 16 ha messo mano al testo di questo brano che io avevo abbozzato, migliorandolo sotto tanti aspetti grazie a quella punta di ironia che solo lui riesce ad avere e di cui dà sempre prova nei brani più famosi di Max Gazzè, suo fratello.
Vico Sferracavalli 16 è un lavoro che porta anche forte l’imprint del Salento, dagli arrangiamenti di Alex Zuccaro…
Alex è un validissimo producer salentino, è un musicista e un arrangiatore molto empatico ed è stato determinante nella lavorazione di questo disco.
…Alle collaborazioni di Cesko degli Après La Classe, Raffaele Casarano, Franco Simone e Daniele Vitali.
Con Cesko siamo amici e c’era da tempo l’idea di contaminarsi a vicenda con degli esperimenti compositivi, ed è così venuto fuori Io non sono cortese, scritto a quattro mani. Anche quella con Raffaele è un’amicizia salentina che ritrovo lungo il mio percorso musicale per via di una reale stima artistica che ci unisce. Nel disco è ospite di Rughe, un brano pianoforte e voce in cui il suo sax fascia la melodia aumentandone la carica emozionale. Questo insieme a Notte (al Vico) e al brano scritto con Gazzè, li ho composti insieme al pianista Daniele Vitali, mio coinquilino proprio in Vico Sferracavalli 16. Franco invece duetta con me in Nervi tesi, ma questa è solo una delle cose che stiamo facendo insieme. Abbiamo, infatti, in programma un tour in Sudamerica per la sua opera Stabat Mater. C’è poi un brano, Intorno, in cui il soprano Maria Meerovich mi ha onorato di essere ospite con la sua grande voce.
Claudia Mangione