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La città dei vandali

Lunedì scorso ignoti hanno imbrattato con vernice rossa la statua della Madonna e le pareti della chiesa di San Giovanni Battista nella Zona 167. I parrocchiani: “Non ci lasceremo intimidire”

I cittadini di Lecce e, in particolare, quelli della popolosa Zona 167 si sono svegliati lunedì 16 febbraio con un pugno al cuore: ancora ignoti vandali hanno imbrattato di vernice rossa tanto le pareti della chiesa intitolata a San Giovanni Battista quanto la statua della Madonna collocata sul sagrato dell’edificio religioso. Il gesto, brutale quanto basta per generare sconcerto, oltre al danno alle opere ha attaccato frontalmente anche il senatore Alfredo Mantovano non meno che la Chiesa cui, in particolare, sono state rivolte accuse di pedofilia.
Inevitabile lo sgomento generale come pure immediate sono state le reazioni di cittadini e istituzioni. Forte la presa di posizione e la solidarietà del sindaco di Lecce Paolo Perrone il quale ha condannato l’accaduto e espresso solidarietà all’onorevole Mantovano. In particolare sulla vicenda si registra l’intervento del gruppo degli Amici della Parrocchia di San Giovanni Battista – quartiere Stadio che affermano: “Un gesto ignobile, ma noi non abbiamo paura. Purtroppo questa gente priva del minimo rispetto per il sentimento religioso altrui, e al contempo totalmente insensibile verso l’importanza dei beni della comunità, offende tutti i cittadini leccesi, non solo quelli del quartiere Stadio, non solo la Chiesa e chi la rappresenta. Ma noi non ci faremo intimorire”.
Infatti alla provocazione, all’atto di vandalismo, si darà una risposta inconsueta, si risponderà con l’arte partendo, in sostanza, dal progetto, a firma di Mimmo Paladino, che a breve vedrà impegnata tutta la comunità nella valorizzazione della dimensione artistica dell’edificio sacro e nella ricucitura dello “strappo” urbanistico e culturale che separa il quartiere dal resto della città. Giovani artisti della 167/B e studenti dell’Accademia di Belle Arti di Lecce realizzeranno infatti nelle prossime settimane un dipinto murale, lungo 256 metri e alto 2,60 metri, sulla superficie esterna del muro di recinzione del complesso architettonico. Andrebbe infine ricordato che la chiesa realizzata dall’architetto Franco Purini, esponente di punta del Neorazionalismo italiano, è a sua volta un contenitore di opere di arredo sacro firmate da maestri come Mimmo Paladino, nome di spicco della Transavanguardia, e Armando Marrocco

Fabio Antonio Grasso