di Stefano Manca
Il problema degli appartamenti affittati a prezzi stellari agli universitari esiste eccome. E non è una questione circoscritta alla sola Milano, da cui è partita la “sommossa” degli studenti. La protesta infatti si sta estendendo a macchia d’olio in tutto lo Stivale, con la medesima azione compiuta davanti agli atenei: dormire in tenda. Quasi a dire, da parte dei ragazzi: “Visto che le case, ai prezzi che sparate, non possiamo permettercele… dormiamo in tenda davanti all’università”. Dicevo, la protesta ci sta tutta. I problemi denunciati dagli studenti sono reali. Non serve una grossa indagine sociologica per capirlo. Molti di noi sono stati studenti fuorisede o hanno avuto amici e parenti che hanno vissuto gli anni universitari lontano da casa, vivendo in piccole stanze pagate a peso d’oro tra gli enormi sacrifici della famiglia. Non molto tempo fa ho intervistato dei rappresentanti delle associazioni studentesche dell’Università del Salento. Anche loro, ben prima che scoppiasse il recente caso degli studenti attendati, mi han parlato del caro affitti e dei rischi che si corrono a lasciare il mercato immobiliare per gli studenti nelle mani dei soli privati. Avevate e avete ragione, ragazzi. Servono più case dello studente, possibilmente ricavandole senza consumare suolo ma recuperando immobili dismessi. Ma poco o nulla possono invece le istituzioni sui prezzi elevatissimi imposti dai privati per affittarvi una stanza. Chi, tra gli adulti, vi fomenta dicendovi il contrario vi sta solo corteggiando per il proprio tornaconto politico-elettorale. Continuate a denunciare i problemi ma non fatevi strumentalizzare dalla politica.
(da Belpaese del 20 maggio 2023)