Continua la lotta della Guardia di Finanza di Lecce agli affitti in nero di case per le vacanze. Scoperti 110 evasori proprietari di appartamenti affittati la scorsa estate
Sono 110 gli appartamenti affittati in nero scoperti dalla Fiamme Gialle di Lecce. Quella della Guardia di Finanza è una lotta contro gli sciacalli. Non è una estemporanea battaglia contro l’evasione fiscale ma di mezzo c’è pure l’ambiente, il turismo, l’amore per la terra, lo spirito di ricerca che guida nei paesaggi incantevoli del Salento. La voce turismo è una voce in crescita e pare un buon motivo per continuare a lottare e a lungimirare (buona politica permettendo). Il pullulare di berretti, il passeggiare “scoutesco” dei numerosi turisti, globe-trotter e studenti, tra le cattedrali della terra e tra quelle invisibili del mare, restituiscono lodi e speranze che diversamente non trovano riconoscimento e motivo d’esistere nelle politiche nazionali col chiodo fisso dell’energia e dello sfruttamento barbaro del suolo. La Lecce annoverata a livello internazionale da Lonely Planet, coniugava pure la bellezza del territorio alla convenienza economica, al basso costo della vita. In Puglia e nel Salento c’è un mix perfetto tra il bello e l’opportuno. Ma a ben vedere, le cose non stanno esattamente così.
La logica, lo screening reale estrapolato da chi non si lascia abbagliare dalle classifiche e dai numeri facili, riscontra che il costo della vita, soprattutto nei periodi estivi, aumenta considerevolmente. Gli studenti fuori sede sono stati interlocutori privilegiati da questo punto di vista. La loro deposizione è stata formalizzata in più occasioni nei questionari a risposta obbligatoria inviati dalla Guardia di Finanza nell’ambito della lotta contro gli affitti in nero. Ora, l’indagine è stata allargata al settore turismo. Si prenda il prezzo delle case, da maggio sino ad ottobre ad esempio: ville in prossimità del mare a mille euro a settimana, a 2.500 euro per quindici giorni, per due posti letto arrangiati a cinque o più. Chi viene da fuori, dal Nord ad esempio, non si farà troppe domande, giusto qualche sospetto affogato in un buon piatto di orecchiette al sugo a 14 euro, perché le tariffe dei luoghi di provenienza sono all’incirca di quelle misure. Chi al sud ci vive tutto l’anno rischia la schizofrenia, l’adesione inconsapevole al cattivo gioco dei padroni vampiri, che da qualche parte la crisi economica la devono pure sputare. E la sputano in faccia ai turisti. E in questo gioco sporco ci sguazzano da soli, alla faccia anche dello Stato. Di quei redditi, nulla e poi nulla di dichiarato.
Sono 110 i proprietari clandestini scovati come capi di mafia dalla Guardia di Finanza di Lecce. Lecce, Gallipoli, Otranto, Santa Cesarea Terme, Santa Maria di Leuca, le galline dalle uova d’oro, un oro che luccica per pochi, “nero” (almeno quanto il petrolio ricercato nei mari di Puglia) per altri. “Nero” per le tasche risucchiate dei turisti, “nero” per i salentini che a quei lieviti si devono adeguare, “nero” per le tasse mancate dallo Stato. E nel lungo termine, “nero” per il Salento, che volente o nolente si ritroverà la zappa nel piede, o più verosimilmente, nel tacco. Se si gioca male la l’asso del turismo bisognerà escogitare nuove tecniche di reperimento del cibo. E di digestione.
Alessandro Tomaselli