Colacem presenta un “curriculum” che parla di rispetto dell’ambiente, ma la commissione Ambiente della Provincia si è pronunciata contro il coincenerimento di Cdr nel cementificio
Questi sono tutti i numeri di Colacem, il cementificio alle porte della città: -24% per i ricavi, +3% per le ore di formazione del personale, -64% per la frequenza di infortuni, +35% per la spesa su fornitori locali, +12% per gli investimenti per la protezione dell’ambiente. Questa la carta d’identità aziendale ricavata dal Rapporto di Sostenibilità 2009. La crisi economica morde ferocemente e tutti cercano di attutirne l’impatto. Il management di Colacem ha puntato su un’attenta politica di controllo dei costi di produzione pianificando una serie di azioni di contenimento delle spese. Nel 2009 i ricavi si sono fermati a 65,6 milioni di euro, contro i 77,1 milioni di euro del 2008. “Il Rapporto 2009 -fanno sapere da Colacem- segna un vero e proprio salto da un approccio alla sostenibilità nei suoi singoli aspetti (ambiente, qualità, sicurezza, comunità locali, sfide globali) ad una risposta ‘di sistema’ a queste sfide. Colacem ha affrontato la crisi salvaguardando gli investimenti del medio e lungo periodo, proteggendo i propri lavoratori e mantenendo alta l’attenzione per gli stakeholder”.
Il Rapporto 2009 presenta due importanti novità: la mappatura degli stakeholder e la mappatura di cave e stabilimenti. Con il termine stakeholder vengono individuate le categorie che hanno un interesse alla crescita dell’azienda: azionisti, collaboratori, clienti, fornitori, partner d’affari. Grazie alla mappatura sono stati individuati circa 15mila stakeholder e Colacem ha realizzato un’indagine per verificare la coincidenza di priorità tra questi e l’azienda perché il coinvolgimento delle parti interessate può contribuire all’innovazione del prodotto e migliorare la sostenibilità delle decisioni strategiche dentro e fuori l’impresa. Con la mappatura delle cave e degli stabilimenti Colacem ha effettuato una precisa ricognizione della loro localizzazione per evidenziare l’eventuale presenza, nelle loro vicinanze, di aree protette e siti della Rete Natura 2000 e conseguentemente fornire una prima stima delle possibili interferenze tra l’attività estrattiva e le dinamiche ecosistemiche. In pratica l’azienda cerca di tenere in equilibrio la sua attività e le esigenze ambientalistiche. Ma nel frattempo la commissione Ambiente della provincia di Lecce si è pronunciata contro il Cdr.
Maddalena Mongiò