La nuova invenzione di Nunzio Casciaro consente di raccogliere e consumare gli apprezzati frutti salentini senza rischiare di pungersi
Le invenzioni hanno sempre risposto alla necessità dell’uomo di eliminare le difficoltà nel compiere le azioni di tutti i giorni. Col passar del tempo, poi, è intervenuto il progresso tecnologico, che si è pian piano concentrato su ambiti della vita più complessi e spesso lontani dalla quotidianità. Non crediate, però, che tutte le piccole azioni che svolgiamo con una certa regolarità siano facilmente accessibili; per quelle principali esistono già adeguati supporti, ma per altre, magari meno frequenti, è necessario qualche miglioramento. Questo è quello che ha proposto Nunzio Casciaro, il fabbro-inventore di Vignacastrisi, che ha messo a punto uno strumento tanto semplice quanto efficace per compiere in tutta sicurezza un’azione che ha sempre comportato un certo disagio: si tratta della raccolta e del consumo dei fichi d’india, operazioni che hanno sempre dovuto fare i conti con il rischio di essere punti dalle spine che caratterizzano il frutto.
Per ovviare a ciò, Casciaro ha così realizzato l’aprificodindia, uno strumento semplice, funzionale ed economico, come è sempre stato nella filosofia del fabbro di Vignacastrisi. L’invenzione, infatti, non è altro che una pinza in metallo dotata di una molla: utilizzandola come si usa normalmente una qualsiasi pinza, è possibile innanzitutto staccare il fico d’india dalla pianta con maggiore facilità. Riguardo la consumazione, invece, lo strumento consente di farlo anche sul posto: tenendo il frutto bloccato con la pinza, è sufficiente praticare un taglio sui due lati più piccoli del frutto e uno su quello esterno più grande; successivamente, serve solo praticare una leggera pressione sulla pinza che, con l’ausilio della molla, consente al fico d’india di fuoriuscire dalla sua buccia, consentendone così la consumazione utilizzando la stessa pinza come supporto.
Nunzio Casciaro ha perfezionato la sua ennesima invenzione dopo circa due mesi di sperimentazione e collaudo, ma è riuscito nel suo intento, quello di raccogliere e gustare un alimento succulento e amato dai salentini, come il fico d’india, senza correre il rischio di pungersi. L’inventiva di del fabbro-inventore dimostra ancora una volta di spaziare su più fronti, e il maestro sta già pensando a nuove idee…
Alessandro Chizzini