Utilizzare le elezioni come “primarie istituzionali” è la scommessa di Roberta Forte. Intanto Vito Tundo esprime forti dubbi nella scelta dei 110 scrutatori
La campagna elettorale è entrata nel vivo. La città è tappezzata di mezzibusti che cercano di catturare l’attenzione del cittadino e guadagnarsi quanti più consensi possibili, una guerra pacifica, fatta di botta e risposta senza offese.
“La politica è anima, passione, entusiasmo voglia di affermare un ideale, una visione del mondo che riesca a convincere, persuadere, entusiasmare gli elettori e non svilirsi in una partita di risiko, fredda, calcolata come un esercizio di aritmetica, capace solo di allontanare la gente da un mondo in cui qualche assurdo burattinaio pensa di tirare a piacimento, ed anche male, i fili di tanti burattini”. Sono le dichiarazioni di Roberta Forte di Rifondazione Comunista, che racconta il suo modo di vivere questi ultimi giorni di propaganda. Per rompere il tatticismo e ridare entusiasmo agli elettori del centrosinistra, la Forte ha deciso di alzare il tiro di una scommessa in cui ci crede fermamente: utilizzare il primo turno delle elezioni amministrative come primarie istituzionali. “è evidente -spiega la Forte- che la situazione politica galatinese sia frammentaria e confusa: candidati consiglieri di sinistra schierati con sindaci di destra, frequenti cambiamenti di casacca, un centrosinistra con un forte mal di pancia, con assenze importanti e pesanti. Il sistema elettorale ci consente di non restare succubi delle scelte delle segreterie dei partiti, ma permette attraverso il voto disgiunto di scegliere autonomamente il sindaco dell’intero centrosinistra”.
“Il sistema adottato per la scelta dei 110 scrutatori che parteciperanno alle operazioni elettorali di fine marzo noi non lo condividiamo”. La denuncia giunge dal gruppo politico Galatina in movimento per voce di Vito Tundo che esprime forti dubbi sul rispetto dei principi di equità e nel comportamento di Palazzo Orsini. “La commissione elettorale -spiega Tundo- è previsto sia composta da un presidente, nel nostro caso dal commissario prefettizio, e da consiglieri che rappresentino maggioranza e opposizione. Oltre ad Alberto Capuano, tale commissione è composta oggi dagli ex consiglieri Vincenzo Guido, Piero Lagna e Giancarlo Coluccia”. Da parte del gruppo c’è la massima fiducia nelle persone e non si dubita che nell’effettuare le nomine siano stati utilizzati criteri e parametri per valutare l’eventuale condizione di disagio dei candidati. “Perché non rendere pubblici i criteri utilizzati per le scelte, a garanzia che l’operato della commissione ha concretamente rispettato lo spirito di tutela che la legge richiedeva? È stato opportuno che un candidato sindaco facesse parte di tale commissione? È stato opportuno che un consigliere dimissionario dell’ex maggioranza che ha contribuito fattivamente alla caduta della precedente amministrazione faccia parte di tale commissione?”. Sono questi i dubbi esposti da Galatina in Movimento. “Per noi -conclude Tundo- tutto questo è stato per lo meno inopportuno e i componenti della commissione avrebbero dovuto all’unanimità decidere di effettuare la selezione nel modo più trasparente possibile, mediante sorteggio pubblico o in alternativa dimettersi”.
Paolo Antonio Franza