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Il Canzoniere Grecanico Salentino compie 40 anni

Fondato nel 1975 dalla scrittrice Rina Durante, l’ensemble spegne 40 candeline con l’uscita di un nuovo album 

 

Anticipato dal singolo Sola andata, tratto da una poesia di Erri De Luca e vincitore del premio “Arte e diritti umani 2014” di Amnesty, è uscito 40 Quaranta (etichetta Ponderosa Music&Arts), il nuovo album del Canzoniere Grecanico Salentino che festeggia i suoi primi 40 anni di attività. Raggiungiamo Mauro Durante telefonicamente durante lo spostamento da una tappa all’altra del tour che lo vede impegnato con il gruppo. La voce è pacata, il rumore della macchina fa da sottofondo e ci immergiamo insieme in una chiacchierata alla scoperta del nuovo lavoro discografico. 

Quarant’anni è un giro di boa importante ed è anche il numero che dà il nome all’album? Com’è strutturato il lavoro e perché avete deciso di dargli questo titolo? 

Quaranta appunto come gli anni del Canzoniere, ma anche simbolicamente il numero 40 sta a indicare un lungo periodo di isolamento spirituale, una sorta di morte simbolica dopo la quale si torna alla vita. Ci sono dieci brani inediti nel testo e nella musica, tre brani tradizionali che abbiamo scelto, rielaborandoli, perché hanno un messaggio comune per il resto del disco, un testo che è importante per il presente. Questo è il primo album del Canzoniere con produzione artistica esterna: è stato, infatti, prodotto dall’americano Ian Brennan, un produttore molto importante che ha vinto un Grammy per la World Music nel 2012, ed è stato registrato totalmente in presa diretta, comprese le voci, quindi il lavoro è molto autentico. Ci sono poi collaborazioni importanti: Ludovico Einaudi, Pier Spaccini, La Fanfara di Tirana che suona i fiati nel brano No Tap, Valerio Combass ed Erri De Luca. 

Cosa è rimasto nel Canzoniere del pensiero primigenio di Rina Durante? 

Il Canzoniere nasce per idea di Rina e alla fondazione del gruppo c’erano mio padre, mia madre Rossella Pinto e Roberto Licci, padre di Emanuele. Rina ha sempre pensato che la scelta poetica alla base del Canzoniere non fosse quella di andare a fare un’operazione nostalgia o una rappresentazione del passato come una cartolina ingiallita, invece ha sempre voluto che questo repertorio fosse attualizzato e reso importante per il presente. E questa scelta ha caratterizzato tutto il percorso del Canzoniere. A maggior ragione oggi con Quaranta facciamo un album che è totalmente radicato nella contemporaneità con temi, testi e musiche che rispecchiano il nostro vissuto. 

È un caso che la poesia, prima con Rina Durante e oggi con Erri De Luca, entri sempre in qualche maniera nel cammino del Canzoniere? 

È molto bello che dopo Rina l’altro scrittore a entrare in contatto col Canzoniere sia stato proprio Erri De Luca e non è un caso, sia per la qualità della sua cifra letteraria, che è immensa, sia per il messaggio che lui porta con la sua attività di cittadino, che si collega perfettamente con lo spirito di Rina Durante, la quale coniugava appunto letteratura ad impegno sociale. 

Nel 2007 hai ereditato la guida del gruppo da tuo padre Daniele. Come hai vissuto questo passaggio di testimone? 

Io ero nel gruppo già da 9 anni, sotto la guida di mio padre, pertanto nel momento in cui è stato fatto un cambiamento così importante, così drastico, e sono usciti i componenti che erano stati per oltre 30 anni nel gruppo, la scelta è stata quella di dare un nuovo corso, un nuovo inizio e il Canzoniere si è ritrovato dalla sua fondazione ad essere nuovamente formato da giovani. Io sono andato a scegliere quelli che per me erano e sono i migliori interpreti della nostra scena musicale popolare: Giancarlo Paglialunga, Emanuele Licci, Silvia Perrone, Giulio Bianco e Massimiliano Morabito e Alessia Tondo. 

Adesso siete impegnati col vostro tour mondiale, tra Australia, Nuova Zelanda, Germania, Inghilterra, ecc. Com’è l’impatto della vostra musica sul pubblico all’estero? 

È molto forte, perché questa musica stessa ha il potere di trascendere quelle che sono le barriere linguistiche. È immediata, schietta, arriva senza filtri e la gente si trova in un primo momento travolta e poi coinvolta nel partecipare, ballando e cantando. Ed è molto bello vedere che ovunque andiamo c’è sempre questa grandissima partecipazione del pubblico; nei nostri concerti, infatti, non c’è una dimensione frontale, cioè il palco, il gruppo e la gente di fronte, ma circolare, in una specie di veicolazione continua dell’energia. 

 

Claudia Mangione