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Il bello della storia

Sulla Serra di Galugnano a Caprarica ha da poco aperto i battenti “Kalòs – L’Archeodromo del Salento”, un grande parco di archeologia sperimentale all’interno del quale sono stati ricostruiti fedelmente luoghi e oggetti caratteristici dei popoli che hanno vissuto nel Salento, lungo un percorso che va dalla preistoria al Medioevo. Un progetto che ha saputo coniugare bene passione per l’archeologia, imprenditoria e rispetto per l’ambiente naturale 
 
Un vero e proprio viaggio nel passato. Un tuffo nella memoria storica di una terra ricca di testimonianze, di un tempo in cui l’uomo viveva a stretto contatto con la natura, con i suoi tempi e i suoi riti. Oltre 3mila anni di storia documentata, che oggi è possibile rivivere, al di là dei libri di testo, passando una giornata presso “Kalòs – L’Archeodromo del Salento”. Situato sulla Serra di Galugnano a Caprarica di Lecce, terra di megaliti, dove sorgeva uno degli insediamenti protostorici più grandi del territorio, è il più grande parco di archeologia sperimentale d’Italia, una sorta di museo all’aperto che ha uguali solo in Europa settentrionale. 
“Kalòs” è il frutto dell’intuizione e del lavoro dell’archeologo Alessandro Quarta, il quale con il suo gruppo di collaboratori, ne ha curato ogni aspetto. Un progetto iniziato quattro anni fa e che si avvale dell’esperienza di “Un giorno della storia”, manifestazione in costume riservata a scolaresche e appassionati, che ripropone la vita quotidiana dell’uomo in un arco temporale che va dall’età preistorica, passando per quella messapica, per giungere nell’età romana e medievale. 
L’inaugurazione è avvenuta domenica 23 ottobre alla presenza del ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto, la vicepresidente della Regione Puglia Loredana Capone, il presidente della Provincia Antonio Gabellone e il professore Francesco D’Andria, direttore della Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Università del Salento che è partner scientifico del progetto “Kalòs”.
All’interno di quello che è a tutti gli effetti un museo a cielo aperto i visitatori potranno ripercorrere tutte le fasi evolutive dell’uomo attraverso un percorso in cinque tappe per altrettanti periodi storici ricostruiti fedelmente attraverso riproduzioni di spaccati della vita quotidiana dei nostri antenati. Si parte dalla preistoria, per capire come vivevano abitanti del Salento e osservare la produzione dei loro manufatti, insieme a dolmen, menhir e specchie. Il viaggio prosegue attraverso il periodo messapico, per conoscere le usanze dei popoli di 2600 anni fa, come i rituali funerari e i riti di libagione con offerte votive alle divinità. Si continua poi con un percorso attraverso l’età romana per ammirare le imponenti capacità ingegneristiche guardando da vicino come facevano, ad esempio, a costruire strade o trasportare enormi blocchi per le loro costruzioni. Il viaggio termina infine nel Medioevo, tra le botteghe artigiane e la rappresentazione della vita nei campi.
“Kalòs – L’Archeodromo del Salento” è aperto su appuntamento dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 16.30, sabato e domenica dalle 9.30 alle 17. Biglietti d’ingresso: bambini 7 euro (da 0 a 6 anni ingresso gratuito), adulti 8 euro senza guida, 10 con guida. Info e prenotazioni: 0832.659821, 349.5914004.
 
 
La preistoria
 
La preistoria è un lungo periodo di tempo che abbraccia centinaia di migliaia di anni, dalla comparsa dell’uomo sulla Terra con i primi antenati (2,5 milioni di anni fa) fino all’affermarsi dell’Homo sapiens sapiens e delle sue diverse culture. Fondamentali per la comprensione della preistoria sono gli oggetti che fin dagli albori l’uomo ha cercato di usare o costruire, le primordiali forme di arte come pareti dipinte, oggetti legati all’uso quotidiano o a culti che descrivono modi di vivere complessi e articolati.
Per la fase pre-protostorica sarà possibile osservare gli strumenti di scheggiatura della selce e la produzione degli strumenti litici (lame, punte di freccia), il passaggio alla fase neolitica con la produzione dei primi manufatti ceramici ed infine la scoperta dei caratteristici monumenti megalitici: dolmen, menhir, specchie. Sarà possibile frequentare su richiesta laboratori di lavorazione della selce e produzione di strumenti litici, lavorazione sulla ceramica con modellazione di vasi con tecnica a colombino. 
 
 
L’epoca messapica
 
I Messapi erano gli abitanti della Japigia (Puglia), distinti dai Peuceti (terra di Bari) e dai Dauni (terra di Foggia). Definiti “popolo tra due mari” occupavano il territorio tra il mar adriatico e il Mar Ionio. Erodoto li ricorda come una popolazione compatta etnicamente e culturalmente, e secondo gli storici moderni i Messapi arrivati sulle coste della Puglia intorno al 1000 a.C. erano di stirpe illirica come farebbero pensare i nomi geografici le glosse e la lingua delle iscrizioni rinvenute in Puglia. 
La fase messapica riproporrà spaccati di quotidianità di una società di 2600 anni fa: rituali funerari con la scena della prothesis funebre, riti di libagione con offerte votive alle divinità all’interno di recinti sacri, alla ricostruzione di una “eschara” (altare) di una tomba a camera e di una sepoltura a fossa. Si potranno inoltre ammirare le possenti mura della città, le botteghe del ceramista e del ceramografo, la scena dell’oracolo e la grotta di Demetra (nella foto) con i riti di iniziazione alla dea.
 
 
L’epoca romana 
 
Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia scriveva: “I Romani posero ogni cura in tre cose soprattutto che dai Greci furono trascurate, cioè nell’aprire le strade, nel costruire acquedotti e nel disporre nel sottosuolo le cloache”. 
In questa sezione dedicata ai Romani si è voluto dunque sottolineare i caratteri distintivi di questo popolo. Nella fase romana, contraddistinta dalle notevoli trasformazioni nella società e nella quotidianità dell’uomo, si sottolineano le loro capacità costruttive grazie anche all’intuizione dell’utilizzo del calcestruzzo e dell’arco come elemento architettonico, che ha consentito la realizzazione delle volte. Si potrà scoprire come si costruiva una strada romana, osservare le possenti macchine di sollevamento e trasporto di enormi blocchi, incontrare lungo il percorso i centurioni romani a piedi o a cavallo di una biga. Sarà  possibile immergersi nel fascino della scuola dei gladiatori e ammirare la ricostruzione di un tempio romano.