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I paradossi dell’oncologia nel Salento

Se da un lato si cerca di ottimizzare la rete oncologica locale attraverso una forte rimodulazione dei reparti, dall’altro arriva la notizia del blocco della lista unica di convenzione per le cure radioterapiche presso la clinica “Città di Lecce”
 
L’oncologia salentina ancora sotto esame. Un colpo durissimo rischia di essere provocato dallo stop all’accordo storico tra la Asl e la clinica “Città di Lecce” per la gestione in lista unica delle prestazioni in radioterapia. Il patto di ferro fra pubblico e privato per fornire un servizio di qualità ed abbattere le liste d’attesa, annunciato come fatto storico per la sanità pugliese per il momento è fermo. 
A gestire la domanda sarebbe dovuta essere direttamente e soltanto  la Asl, indirizzando i malati verso il reparto di radioterapia dell’Oncologico o quello della clinica del gruppo Villa Maria, gli unici due operativi nel Salento. Una gestione unica del servizio per utilizzare, in base alle esigenze, sia la struttura pubblica che quella privata coordinata dal dottor Mario Santantonio, primario di Radioterapia presso il polo Oncologico del “Vito Fazzi”. La ripartizione avrebbe portato ad avere circa 900 sedute presso l’ospedale e le altre 600 alla clinica “Città di Lecce”. 
Una bella soddisfazione per tutti, messa nero su bianco già a febbraio e che avrebbe dovuto portare un evidente vantaggio soprattutto ai cittadini, che avrebbero potuto curarsi con prestazioni di qualità senza dar corso a costosi viaggi della speranza. Invece, tutto sembra bloccato a causa della burocrazia. La Regione avrebbe sospeso l’accordo a causa della mancanza di accreditamento della clinica per lo svolgimento del servizio in regime di convenzione. Un bel paradosso per chi da anni comunque ha sempre operato in sinergia con la sanità pubblica proprio in regime convenzionato. Se si tornasse indietro il danno non sarebbe della struttura ma dei malati che avrebbero potuto vedere accorciati tempi di attesa per usufruire delle costose cure radioterapiche. 
Intanto l’intero comparto oncologico è interessato ad una rivoluzione che si spera possa portare ad un cambiamento efficace. Sono stati resi noti infatti i risultati del gruppo di lavoro formatosi per ottimizzare la rete oncologica leccese: una equipe formata dai direttori di Ematologia di Lecce, Nicola Di Renzo, di Oncologia di Lecce, Vito Lorusso, di Radioterapia di Lecce, Mario Santantonio e di Oncologia di Casarano-Gallipoli, Giuseppe Serravezza ha esaminato le difficoltà che riguardano i reparti oncologici salentini. E la necessità di una razionalizzazione si fa sempre più impellente: nel territorio ci sono troppi day hospital che trattano pochi pazienti la settimana ma tengono impegnati, in maniera spesso non ottimale, medici e infermieri. 
L’idea nata dal gruppo di lavoro è quella di riordinare in maniera proficua il sistema dei reparti: ne rimarranno due, all’Oncologico di Lecce ed all’ospedale di Gallipoli e tre day hospital con annesso ambulatorio all’Oncologico e negli ospedali di Gallipoli e Casarano. Gli altri day hospital al momento operativi (Galatina, Nardò e Scorrano) verrebbero trasformati in ambulatori dove effettuate le terapie non a rischio. Una maniera per rafforzare anche il sistema con un aumento delle professionalità: ci sarebbero un medico e quattro infermieri in più all’Oncologico di Lecce, due medici e quattro infermieri in più a Gallipoli.