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I favorevoli e i contrari

Sull’istituzione della Banca del Mezzogiorno e sul provvedimento che il Governo ha varato ricorrendo al decreto legge, non sono mancate le prese di posizione ed i “pro” ed i “contro” sui lidi della politica. Il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola (nella foto) si è schierato sin da subito a favore dell’istituzione della Banca, “uno strumento utile per il rilancio del Sud -ha dichiarato- che si inserisce nel piano-Berlusconi a più lungo respiro. L’obiettivo della Banca -ha poi aggiunto- è mantenere il credito raccolto al meridione in quelle zone del Paese e finalizzare il credito stesso a progetti ed investimenti”. Anche la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia parla di “una buona idea perché non ci sono più banche che hanno la testa nel Mezzogiorno, a pattò -ha però sottolineato la numero uno degli industriali d’Italia- che non diventi una specie di carrozzone”.
Dall’altra parte della barricata, tra gli altri, figura Sergio D’Antoni, deputato alla camera per il Partito Democratico e dello stesso partito responsabile per il Mezzogiorno, il quale nelle parole del ministro dello Sviluppo Economico non vede alcuna concretezza sul piano per il Sud. “Ci si limita ad affermare -ha dichiarato D’Antoni- che la banca del Mezzogiorno sarà un perno fondamentale dell’operazione. Se è così, significa che il Governo si prepara ad impacchettare un’altra bella scatola vuota ad esclusivo uso e consumo preelettorale”.
Di “strategia comunicativa” parla anche un esponente autorevole del governo regionale pugliese, l’assessore al Diritto allo Studio Gianfranco Viesti, quando si evidenzia che il discorso ora si sposta su un nuovo progetto invece di affrontare, per esempio, la questione del taglio di circa 25 miliardi di euro di spesa per investimenti al Sud che blocca tutti gli investimenti delle regioni.