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Gli Informagiovani: informazione, orientamento e partecipazione

Da punti di semplice informazione, gli sportelli sono diventati nel corso degli anni come centri specializzati nel fornire documentazione, nella ricerca del lavoro e nelle politiche di aggregazione giovanile

 

Alla fine degli anni ’60, in tutta Europa iniziano a svilupparsi strutture di informazione dedicate ai giovani. In Italia il primo Informagiovani nasce nel 1982 a Torino sulla scia dell’esperienza francese. Questo primo centro diviene presto il punto di riferimento dei giovani torinesi per reperire informazioni di interesse giovanile sui temi della formazione, del lavoro, del tempo libero, ma anche sulle opportunità di partecipazione sociale, sulla possibilità di viaggiare, sul lavoro all’estero; informazioni precedentemente difficili da acquisire se non attraverso canali non formali. L’interesse riscosso dall’Informagiovani di Torino porta presto alla nascita di esperienze similari quali quella di Milano nel 1984 e di Verona e Forlì nel 1985.
Ma l’anno della svolta per questi servizi è il 1985, l’Anno Internazionale della Gioventù, che porta ad un documento conclusivo nel quale vengono fissate le cinque aree di intervento principali sulle quali fondare le politiche destinate ai giovani: informazione, orientamento e consulenza; scolarizzazione e formazione professionale; ingresso nel mercato del lavoro, occupazione e imprenditoria; salute e prevenzione delle tossicodipendenze; cultura, creatività, tempo libero, mobilità. In breve tempo, anche sulla spinta delle cinque aree di intervento individuate, gli Informagiovani si espandono in tutta Italia e il servizio diviene strumento prioritario di politiche giovanili. Si passa dai 4 centri del 1984 ai 300 del 1995, fino ai circa 1.200 dei primi anni del 2000, in una crescita esponenziale e non dettata o riconosciuta da disposizioni legislative nazionali, bensì dalla volontà degli amministratori territoriali di avvicinarsi alle necessità giovanili.
L’anno 2006 ha visto la costituzione di un nuovo Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, nato per coordinare le azioni del Governo a favore del mondo giovanile, con una chiara apertura alla dimensione europea sotto il profilo delle scelte e dei progetti. Parallelamente a questa crescita si è assistito alla tendenza di delega ai centri dell’esclusività della funzione di rapporto tra giovani ed istituzioni, tanto che spesso i centri hanno sopperito alle politiche giovanili dello Stato. Questa rapida espansione quantitativa che ha portato ad avere in Italia un centro ogni sette comuni è stata accompagnata da una serie di riflessioni rispetto alla qualità del servizio ed è stata caratterizzata da una forma di auto organizzazione, dovuta ad una carenza di regia a livello di Stato centrale.
Nel corso del tempo, gli Informagiovani hanno dimostrato una grande capacità di adattamento alle mutazioni del contesto ed alle rapidità dei cambiamenti tecnologici. Non potendo contare su leggi che ne impongono l’esistenza, per essere giustificato dal punto di vista della spesai centri hanno dovuto dimostrare di avere una loro utilità e un loro ruolo. Oggi è in atto una specializzazione degli Informagiovani su tre differenti “direzioni” di specializzazione: una tendenziale collocazione all’interno di politiche di aggregazione giovanile, rintracciabile in particolare in quelle esperienze in cui le tematiche della animazione, del lavoro per progetti sul disagio giovanile, della apertura e gestione di centri di aggregazione giovanile si presentano come indispensabili; una tendenziale collocazione all’interno delle politiche del lavoro, laddove le tematiche dell’orientamento e del sostegno ai processi di ricerca del lavoro si presentano come prevalenti; una tendenziale collocazione all’interno di politiche più specificamente di informazione, dove risulta prevalente l’attenzione alla gestione di sportelli informativi, alla produzione e gestione di materiali di documentazione.