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Genio a tempo determinato

Loretta Del Mercato del CNR-Nanotec di Lecce ha ricevuto un finanziamento di un milione di euro per il suo progetto di ricerca contro i tumori. Nonostante tutto, lo stesso Ente di ricerca non può assumerla a tempo indeterminato 

 

È grazie all’ERC-Starting Grant che la ricercatrice di origine napoletana, Loretta Del Mercato (nella foto), ha ottenuto a 38 anni un importante finanziamento europeo pari ad un milione di euro per portare avanti il suo progetto di ricerca contro i tumori presso il CNR-Nanotec di Lecce. Lo European Research Council (ERC) è l’organismo dell’Unione Europea che finanzia ricercatori di eccellenza; da notare che la ricercatrice ha consegnato il progetto per il contest a ottobre 2016 (poco prima della nascita di sua figlia Giulia), mentre a luglio ha sostenuto la prova orale. 

L’ambizione della ricercatrice è quella di continuare la lotta contro il tumore al pancreas (una tra le forme più aggressive e con più bassa aspettativa di vita) attraverso la medicina di precisione, quella medicina che sviluppa diagnostiche concepite sulle caratteristiche del singolo paziente o gruppi di pazienti omogenei piuttosto che su gruppi generici. Lo sviluppo di questa metodologia se da un lato bypassa i tempi lunghi e i costi esosi della sperimentazione sugli animali, dall’altro permette una messa in commercio del farmaco molto più rapida che attualmente ha bisogno di 1 miliardo di euro e di 10 anni di sperimentazione per giungere al consumatore finale.

“Essere attrattivi è fondamentale per portare avanti questo tipo di ricerca -dichiara Giuseppe Gigli, direttore del Centro di eccellenza per le Nanotecnologie di Lecce- il modello della grande infrastruttura, una concentrazione di risorse e di tematiche rilevanti è ciò che funziona. È questo che ha permesso il successo di Loretta, perché il posto dove si va a svolgere un progetto è determinante per la riuscita dello stesso”. 

Come determinante ad oggi è la necessità di superare le anomalie del sistema italiano che designano la stessa Loretta all’interno di uno stato di precarietà lavorativa, dal momento che in Italia gli enti di ricerca non possono assumere tramite chiamata diretta al contrario delle università. Nonostante questo dopo anni di lavoro all’estero prima in Germania e poi in Olanda, lei nel 2010 ha scelto di tornare in Italia e lo ha fatto sapendo di puntare ad un premio ambizioso al fine di dare vita ad un vero e proprio gruppo di ricerca, capace di lavorare in autonomia per i prossimi cinque anni. “Sono certo che in tempi molto rapidi il CNR troverà una soluzione per far sì che Loretta diventi una risorsa permanente, così come sta facendo per molti altri precari”, conclude così Giuseppe Gigli, lasciando intravedere un forte barlume di speranza dinanzi alla brillantezza di idee giovani e lungimiranti.

 

Eccellenza e precarietà: il paradosso della ricerca in Italia

 

Il caso di Loretta del Mercato, ricercatrice vincitrice di uno ERC- Starting Grant, rappresenta bene l’incongruenza che caratterizza il mondo della ricerca, dove protagonisti sono i precari. “Questa è un’anomalia tutta italiana -sottolinea del CNR-Nanotec di Lecce- che da una parte incentiva le università a chiamare i vincitori dei premi ERC, premi tra i più prestigiosi finanziati dalla comunità europea, ma dell’altra parte però non riserva gli stessi incentivi per l’assunzione agli enti di ricerca. C’è dunque un divario sostanziale che penalizza molto chi vuole continuare la propria ricerca sul lungo termine. La nuova politica del CNR è quella di cercare di premiare in ogni caso i vincitori ERC, il problema rimane la capacità di restare attrattivi agli occhi dell’Europa”.

Sebbene gli italiani, infatti, possano definirsi -qualitativamente e quantitativamente- tra i più bravi in Europa, essi si trovano ad operare in un contesto di fatti incapace di garantire loro un futuro certo e strumentazione allo stato dell’arte adeguata per accogliere progetti su larga scala. “È grazie al contributo e al supporto ottenuto negli anni in particolar modo dalla Regione Puglia se il Centro di Nanotecnologie di Lecce può oggi definirsi un’infrastruttura rilevante a livello mondiale in quanto a parco macchine, organizzazione e disponibilità di strumenti. Non a caso -conclude Giuseppe Gigli- su 43 premi ERC vinti a livello nazionale partendo da una base di 10mila ricercatori, cinque sono passati tutti per Lecce”. 

 

Serena Merico