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Fusione dei Comuni della Grecìa Salentina? Nasce un comitato

È costituito da trenta promotori, tra cui Lorenzo Ria e Sandro Frisullo. Il presidente Luigino Sergio: “Concluso lo studio di fattibilità, l’iniziativa passa ora alle popolazioni interessate”

Sono ingegneri, docenti universitari, avvocati, dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione. Ma anche imprenditori ed ex amministratori come Lorenza Ria, già parlamentare e presidente della Provincia di Lecce, e Sandro Frisullo, già vicepresidente della Regione Puglia. Una trentina in tutto, con al loro fianco anche undici ex sindaci. Insieme hanno costituito il Comitato per la fusione dei Comuni della Grecìa Salentina. “Il Comitato – scrivono i promotori – ha lo scopo di promuovere la fusione dei comuni della Grecìa Salentina come importante strumento di unificazione e salvaguardia linguistica, storico-culturale, di ottimizzazione e sviluppo politico-amministrativo. Esso ha lo scopo di mettere a conoscenza dei cittadini interessati i vantaggi e gli svantaggi dell’istituto della fusione intercomunale, tramite incontri pubblici, divulgazione di materiale informativo tra le comunità di riferimento, raccolta di firme a sostegno del processo di aggregazione comunale, collegamento con gli enti pubblici, in particolare con la Regione Puglia”.
Il comitato intende dare la parola agli abitanti della Grecìa Salentina. Cosa accadrebbe se i cittadini dei comuni interessati dicessero sì alla fusione? Nascerebbe un nuovo comune di 40mila abitanti che diventerebbe il secondo ente locale territoriale della provincia di Lecce, scavalcando Nardò, attualmente il comune più popoloso dopo il capoluogo salentino. “Aumenterebbe – scrivono ancora dal Comitato, che è amministrato da un Consiglio di Gestione composto da nove membri e che ha eletto a presidente Luigino Sergio – il peso politico della futura città, da istituire a seguito di un processo complesso, difficile, ma non impossibile”.
“La fusione di comuni – osserva Luigino Sergio – prevista dall’ordinamento come opportunità per gli enti locali, è divenuta in molti casi una necessità, specialmente per i piccoli enti che attraversano da tempo situazioni di estrema difficoltà organizzativa e finanziaria. Dal 2009 ad oggi sono state approvate 143 fusioni di comuni. Di queste 139 sono già operative e 4 lo saranno nei prossimi anni, fatto che ha comportato la soppressione di 333 comuni e la riduzione del numero degli enti locali territoriali del nostro Paese, passati da 8.100 di circa dieci anni orsono a 7.900 unità nel 2023”.
Il primo confronto del comitato avverrà con gli amministratori locali della Grecìa Salentina, poi si passerà a coinvolgere i cittadini dei singoli comuni per arrivare all’obbligatorio referendum consultivo che verrà indetto dalla Regione Puglia per sentire le «popolazioni interessate», così come prevede sia la Costituzione e sia il testo unico degli enti locali.

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