In distribuzione il primo numero del periodico redatto dalle donne del carcere femminile di Borgo San Nicola
Non esiste luogo più inaccessibile del carcere. Violarne le mura, farne uscire un grido di dolore o di rabbia è impossibile. Così come portare fuori il racconto dell’esperienza di vita tra le più dure che una persona possa vivere. Spesso chi viola la legge viene accompagnato in prigione mentre le sue foto cominciano a circolare sui giornali e nelle cronache si raccontano i dettagli del misfatto compiuto. Ma la curiosità del cronista di nera, forse giustamente, si ferma alla soglia del carcere. Quanti articoli si chiudono con l’espressione “è stato associato alla casa circondariale di Lecce”. Poi il silenzio. Dal giorno dell’arresto comincia una nuova vita. Da cittadini si diventa detenuti. Una pena da scontare e tanto tempo per riflettere sui propri errori, molto spesso in attesa del processo. Se questa esperienza è dura per chiunque la affronti, ancor più duro è il caso della donna che oltrepassa i cancelli della prigione. Soggetto debole nella società, in carcere si trova a vivere una doppia marginalità: donna e detenuta.
Il Borgo Onlus è una associazione che si è data l’obiettivo di violare il muro di silenzio che circonda il carcere di Lecce. E ha presentato un progetto ambizioso al bando Principi Attivi – Giovani idee per una Puglia migliore, aggiudicandosi un finanziamento utile a stampare quattro numeri di un giornale che più che parlare del carcere dà voce direttamente a chi da recluso vive 24 ore al giorno. È nato così “Fuga di notizie” il primo giornale di informazione e approfondimento delle donne del carcere Borgo San Nicola di Lecce. Sono proprio le donne detenute quelle che il Borgo ha voluto intercettare, per raccontare la loro difficile lotta col quotidiano dietro le sbarre. In una conferenza stampa tenutasi il 19 novembre scorso, è stato presentato alla stampa il primo numero del giornale. “Fuga di notizie cerca di violare la condizione di marginalità forzata imposta a chi perde la libertà -si legge nell’editoriale della direttrice, la giornalista Carmen Tarantino– portando fuori dalle celle il racconto delle donne ristrette. Un progetto editoriale che si inserisce nel filone del giornalismo sociale, quello che ‘dà voce a chi non ha voce’ e che apre un necessario, vitale, canale di comunicazione tra il carcere di Lecce e il territorio salentino”.
Le detenute che compongono la redazione di “Fuga di Notizie” provengono dalla sezione Alta Sicurezza del carcere femminile. I ragazzi del Borgo Onlus le hanno debitamente formate alla pratica del giornalismo, alle peculiarità della scrittura per l’informazione e al lavoro redazionale. Il primo numero di Fuga di notizie racconta proprio la vita quotidiana in carcere. A suo modo questo è già uno scoop. Leggendo si comprende dalla penna delle detenute cosa ci sia dietro la parola ”sovraffollamento”, che tanto spesso si sente pronunciare all’esterno e cosa voglia dire restare a letto forzatamente perché “viviamo in una piccola cella 2 metri per 3 compreso il bagno”. O si comprendono le piccole vanità (o lotta disperata per conservare la propria femminilità) di quelle che si lamentano di non avere lo specchio in cella e “ci si pettina per atto pratico”.
All’interno del primo numero di “Fuga di notizie” si trova anche il racconto del “Terremoto tra quattro mura”. Durante il corso di scrittura giornalistica le detenute hanno assistito in tv al sisma dell’Abruzzo. Hanno così voluto raccontare le loro sensazioni di fronte a quello che per loro (forzatamente) poteva essere solo un avvenimento mediatico ma di cui hanno percepito la reale drammaticità. Una piccola testimonianza di solidarietà.