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Fu morte di Stato

ANDREA ANTONACI (1974-2000)

 

Dopo 12 anni di battaglie legali arriva dal Tribunale Civile di Roma una sentenza epocale: il Ministero della Difesa dovrà risarcire la famiglia del sottufficiale dell’Esercito originario di Martano e morto a soli 26 anni a causa dell’uranio impoverito, alle cui polveri è stato inconsapevolmente esposto nel corso di una missione di pace in Bosnia-Erzegovina 

 

Più di 200 militari morti e più di 2mila ammalati; è questo il “bollettino di guerra” degli ultimi vent’anni riferito ai rappresentanti delle Forze armate italiane affetti da leucemie e forme tumorali. Soldati giovani e giovanissimi, che hanno contratto patologie a causa di nano particelle di metalli pesanti contenute nei loro tessuti; si tratta di particelle formatesi ad altissime temperature, che in campo bellico si scatenano con esplosioni di munizioni a uranio impoverito. 

Questa è anche la storia del sottufficiale dell’Esercito Andrea Antonaci, originario di Martano e morto nel dicembre 2000 a soli 26 anni a causa del linfoma di Hodgkin, di ritorno da una missione di sei mesi a Sarajevo, nella ex Iugoslavia. Nei giorni scorsi, dopo quasi 12 anni di battaglie legali, Andrea ha ricevuto giustizia da una sentenza del Tribunale Civile di Roma che ha riconosciuto il nesso causale tra la malattia del giovane e l’utilizzo di munizioni all’uranio impoverito, condannando il Ministero della Difesa a risarcire la famiglia Antonaci con circa un milione di euro. Lo stesso sergente maggiore salentino, protagonista di un servizio a “Striscia la Notizia”, espresse prima di morire il desiderio di scoprire la verità sulle numerose e misteriose morti dei soldati italiani. 

In questi anni, il Ministero ha sempre avanzato diverse ipotesi e giustificazioni alla morte di Antonaci, ma è sempre stato smentito. L’allora ministro della Difesa Sergio Mattarella, ad esempio, affermò che “l’Italia non era stata informata dell’uso di uranio impoverito nei Balcani da parte degli alleati”, ma la Nato smentì l’affermazione presentando una serie di documenti che sostenevano il contrario. L’ultima commissione d’inchiesta ha imputato invece la malattia alle forti vaccinazioni al quale il sottufficiale è stato sottoposto e che avrebbero indebolito il suo sistema immunitario, ma Domenico Leggiero dell’Osservatorio Militare ha affermato di essere stato in Bosnia “dove ci sono numerosi cittadini ammalati e con nano particelle di metalli pesanti nel sangue come i nostri soldati. E certamente i bosniaci non sono stati vaccinati”. 

La sentenza, che giunge dopo altre 10 condanne ottenute dall’avvocato Tartaglia, farà giurisprudenza e ora si aspetta giustizia anche per gli altri numerosi militari che soffrono a causa di patologie analoghe. 

 

Alessandro Chizzini