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Finché c’è la salute

Tempi duri per la sanità pugliese: la Giunta regionale, per risparmiare 450 milioni di euro, ha deciso di intervenire ridimensionando l’offerta sanitaria nella regione. Saranno chiusi 15 ospedali in tutta la Puglia, di cui 4 nel Salento. E dal 1° gennaio si tornerà a pagare il ticket sulle ricette. Nel frattempo anche a Natale continua senza sosta la protesta dei precari della sanità in provincia di Lecce 
 
Saranno corposi i tagli che colpiranno la sanità salentina a partire dal 2011: in Provincia di Lecce si perderanno 201 posti letto di cui 64 a Maglie (Medicina interna, Psichiatria, Day surgery, Lungodegenza), 73 a Poggiardo (Medicina interna, Gastroenterologia, Day surgery e Lungodegenza) 76 a Gagliano del Capo (Medicina interna, Day surgery, Lungodegenza, Psichiatria e Riabilitazione cardio) e 57 a Campi Salentina (Medicina interna, Chirurgia generale, Ortopedia, Terapia intensiva neonatale, Lungodegenza). 
Oltre alle chiusure definitive esistono anche situazioni di forte ridimensionamento: il “San Giuseppe-Sambiasi” di Nardò sarà aggregato a Copertino passando da 103 posti letto a 58 perdendo geriatria (20 posti letto), chirurgia generale (13) e ortopedia (23), mantenendo il reparto di medicina interna (da 31 a 28 posti letto) e la lungodegenza con 30 posti letto. L’ospedale di Copertino avrà  168 posti letto 15 in più rispetto ai 153 originari con la creazione di Cardiologia (7 posti) e a discapito dei 6 posti di  Lungodegenza, mentre l’Unità coronarica passa da 11 a 4 posti. A San Cesario di Lecce si passa da 83 a 90 posti letto: scompaiono Pneumologia (75) e Reumatologia (4), ma vengono creati nuovi reparti come  Riabilitazione 56 (con 50 posti), Riabilitazione cardio (20) e Riabilitazione pneumo che da passa da 4 a 20 posti letto. 
Potenziamento invece per il “Veris delli Ponti” di Scorrano che aumenta la dotazione sino a 206 posti letto rispetto ai 147 di partenza: medicina interna passa da 19 a 48 posti, vengono create ex novo Gastroenterologia con 16 posti e la Lungodegenza con 20 posti, mentre i restanti reparti hanno scostamenti minimi. Il “Sacro Cuore” di Gallipoli perde solo 4 posti (da 223 a 219) ma con una differente assegnazione dei ricoveri: si istituisce Oncologia (20) a danno di Medicina interna (da 55 a 46) e di Chirurgia generale (da 33 a 24) e Psichiatria (10 posti) al posto dei Day hospital. Potenziamento anche per il “Santa Caterina Novella” di Galatina  che incrementa di 33 posti letto (da 228 a 261) con la nascita di geriatria e pneumologia. Il “Ferrari” di Casarano mantiene all’unità il numero di ricoveri (277) con una differente ripartizione: viene potenziata Medicina interna che passa da 30 a 48 posti, scompare Oncologia (24) a cui fa da contraltare la creazione di Lungodegenza (18). Il “Vito Fazzi” di Lecce aumenterà da 653 a 687 i suoi posti letto potenziando Medicina interna (da 56 a 70) e con i nuovi reparti di Reumatologia (4) e Psichiatria (15). Scompare Astanteria (4)  mentre Lungodegenza passa da 20 a 25 posti letto. 
Immediate le reazioni del mondo politico ad una scelta obbligata e necessaria per risparmiare sui conti oltre 450 milioni di euro. “Il riordino e la chiusura degli ospedali -afferma il vicepresidente del Consiglio regionale pugliese, Antonio Maniglio-, la reintroduzione del ticket sui farmaci, la cancellazione delle esenzioni per cassintegrati e disoccupati seppelliscono le scelte positive degli anni passati. In tal modo ci si ricollega, dal punto di vista del diritto alla salute dei cittadini, alla sanità di Fitto. Naturalmente conosco l’obiezione scontata a questa realtà dei fatti: il piano di rientro ci è stato imposto dal governo nazionale, però mi chiedo: quanto interessa al pensionato o al cassintegrato o al malato se ciò che decidiamo in Puglia è colpa di Berlusconi?”. Dello stesso avviso il capogruppo Pdl, Rocco Palese: “Fa piacere vedere che a sinistra non tutti hanno perso onore e memoria. Ha ragione il collega Maniglio: visto che Vendola ha deciso di chiudere gli ospedale per lasciare intatti gli sprechi, ora vada a mettere la faccia in tutti i comuni e gli ospedali interessati, come facemmo noi in passato. Oggi, nonostante debiti e tasse, Vendola chiude interi ospedali e lascia i consiglieri della maggioranza da soli in quelle stesse piazze in cui, quando c’eravamo noi, andava comiziando. Ci auguriamo che tra un’ospitata e l’altra sulle tv nazionali trovi il tempo per fare il suo dovere: rendere conto ai pugliesi delle scelte”.