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Fiat Cnh: produzione ferma, ma non per tutti

Mercoledì scorso oltre 200 operai hanno presidiato i cancelli dello stabilimento. E 50 loro colleghi sono entrati per svolgere il proprio lavoro, nonostante lo stop imposto fino a venerdì 
 
Alla Fiat Cnh di Lecce da alcuni giorni si respira aria di tempesta. Ma, si badi bene, in questo caso non si tratta dell’ennesima, tragica protesta di operai in cassaintegrazione a rischio licenziamento per il mancato rinnovo della stessa (si veda il caso dell’Adelchi a Tricase). È una questione più complessa, che riguarda un’azienda che ad oggi gode di un buon stato di salute. 
Andiamo con ordine. Martedì scorso alle 12.30 dai vertici dell’azienda veniva comunicata agli operai la decisione di chiudere lo stabilimento per tre giorni “salvo complicazioni”. Il motivo? A detta della direzione e dei sindacati è la mancata fornitura di materia prima da parte della ditta Alcar (tesi questa smentita dai diretti interessati). Da notare che dall’inizio dell’anno oggi ci sono già stati già quattro stop della produzione, ciascuno della durata di pochi giorni tutti concordati con le Rsa aziendali di Uilm, Film e Sismic. 
In questo caso però qualcosa è cambiato perché mercoledì, a partire dalle 5 di mattina, oltre 200 operai hanno presidiato l’ingresso della fabbrica con l’intenzione di verificare di persona che non si ripetesse nuovamente un fatto ritenuto altamente discriminante: “A fabbrica chiusa, con i macchinari bloccati, alcuni capisquadra hanno richiamato diversi operai per riprendere le attività, in barba allo specifico compromesso raggiunto con gli amministratori Fiat”, ha spiegato William Maruccia di Uilm. Una sorta di chiamata discrezionale a favore di dipendenti ritenuti più “docili” rispetto ad altri più “battaglieri”, che si sarebbe tradotta per i più fortunati in un vantaggio economico in busta paga. Secondo i manifestanti mercoledì scorso l’ingresso dello stabilimento è stato attraversato da tre mezzi pesanti di Alcar, impiegati delle ditte esterne e circa 50 colleghi, il che ha confermato i timori che si stesse ripetendo la stessa storia.