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Ferro-via dal Sud?

A pochi giorni dall’entrata in vigore del nuovo orario di Trenitalia i politici pugliesi si muovono per evitare l’ennesimo scippo che mortifica i trasporti nel Mezzogiorno 
 
Se non si muovono i treni, si muove la politica. Contro i tagli di Trenitalia non accennano a diminuire le rimostranze di amministratori e rappresentanti che trovano ingiusto il mero ragionamento economico messo in atto dall’azienda guidata da Mauro Moretti alla vigilia dell’introduzione dell’orario invernale in vigore dal 13 dicembre. Ragionamento che porterà all’isolamento della Puglia dalle direttrici nazionali attuato attraverso un drastico ridimensionamento delle corse, in particolare dalla Capitale. 
Ultimi a intervenire in ordine di tempo i consiglieri regionali pugliesi che hanno approvato all’unanimità una mozione presentata da Michele Losappio di Sel che “impegna la Giunta ad assumere le opportune iniziative per scongiurare un pesante contraccolpo per la rete ferroviaria della Regione e si appella ai parlamentari ed alle istituzioni pugliesi perché associno la propria voce ed azione a quella del governo regionale”. 
L’assessore Guglielmo Minervini è intervenuto parlando della trattativa con Trenitalia: “La mobilitazione in Puglia ha già raggiunto l’obiettivo culturale di rendere l’opinione pubblica consapevole della gravità del problema causato dalla drastica riduzione dei collegamenti nazionali. La presa di coscienza ha poi concretamente portato al contenimento dei danni, in termini di recupero delle corse inizialmente soppresse”. Minervini ha aggiunto che l’interlocuzione tra governo regionale e Trenitalia sta proseguendo nel tentativo di ripristinare almeno le corse da e per Taranto, non ancora riattivate. 
A fare notizia anche la lettera che il Governatore Nichi Vendola ha inviato al ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera: “L’accesso alla mobilità costituisce un essenziale diritto di cittadinanza ma anche un fondamentale fattore di sviluppo economico. Eppure per la Puglia, e in generale l’area meridionale del paese, questo non sembra essere vero. Il ritardo accumulato nella realizzazione dell’indispensabile infrastruttura dell’alta capacità Napoli-Bari sta generando, nella politica dei collegamenti di Ferrovie dello Stato, una progressiva riduzione e dequalificazione dell’offerta di servizi, fino al rischio di isolamento di intere parti del nostro sistema regionale”. Vendola segnala tre criticità riguardanti la rimodulazione di Trenitalia: “L’attuale offerta di tre coppie quotidiane di treni Freccia Argento su Roma sconta un arretramento non modesto rispetto alle cinque coppie di analoghi treni di circa due anni fa e, di conseguenza, presenta frequenze orarie nemmeno lontanamente paragonabili a quelle che caratterizzano altre relazioni della infrastruttura nazionale; Taranto registra la completa assenza di prodotti Freccia e la contestuale scomparsa di tutti i collegamenti verso la linea adriatica, generando, di fatto una situazione di isolamento tanto insostenibile quanto inaccettabile. L’offerta dei servizi base, invece, provoca legittime rimostranze sul territorio e mie personali. Il ‘prodotto notte’, scomparso del tutto da Taranto, registra una complessiva contrazione di offerta, sia sulla linea adriatica, sia sulla relazione Lecce-Bari-Roma. Aggiungo solo che si tratta di un servizio molto avvertito da una fascia specifica di utenza composta da lavoratori e studenti pugliesi”. 
 
E il Mezzogiorno si mobilita contro i tagli di Trenitalia
 
I sindaci del Sud uniti contro i tagli di Trenitalia. I primi cittadini campani e pugliesi, in occasione della manifestazione dello scorso 7 dicembre a Roma presso le sedi del Ministero dello Sviluppo Economico e di Ferrovie dello Stato contro la rimodulazione dell’offerta dei trasporti verso il Mezzogiorno hanno sottoscritto un documento unitario: “I sindaci dei comuni campani e pugliesi -si legge nella dichiarazione finale- connessi tra loro dalla linea ferroviaria che collega la Puglia alla capitale esprimono forte preoccupazione per le paventate scelte del gruppo Ferrovie dello Stato in ordine alla riorganizzazione dei treni a lunga percorrenza sulle dorsali Adriatica e Appenninica. Tale programmazione conterrebbe la cancellazione di circa 30 tra Eurostar, Intercity ed Espressi, diurni e notturni, in partenza da Puglia, Sicilia e Calabria e diretti a Bolzano, Roma, Milano, Torino e Venezia. A ciò si aggiunge il taglio del 75% delle risorse destinate a finanziare il trasporto pubblico locale, deciso con la manovra finanziaria di agosto, che potrebbe determinare la drastica riduzione dei collegamenti su ferro e gomma massimamente utilizzati da lavoratori e studenti pendolari”. 
Si tratta di interventi che, se confermati, nell’immediato “determineranno la mortificazione del diritto alla mobilità dei cittadini e lo scadimento della qualità del servizio. Le incertezze operative del raddoppio della linea ferroviaria adriatica nel tratto Foggia-Termoli, il mancato finanziamento della costruzione della linea ad Alta Capacità Taranto-Bari-Foggia-Napoli e ad Alta Capacità lungo la dorsale Adriatica amplificano la percezione dell’esistenza di una precisa scelta del gruppo Ferrovie dello Stato, non contrastata dal governo nazionale, di indirizzare gli investimenti verso le aree più ricche del Paese a scapito delle regioni meridionali pure impegnate nella programmazione di strategie di sviluppo per la cui attuazione la rete e i servizi ferroviari risultano essere fondamentali. Considerati gli effetti negativi per i nostri territori, avendo ricevuto il sostegno del presidente nazionale dell’Anci, Graziano Delrio, sollecitiamo interventi urgenti”.