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Fate la carità

Secondo un recente rapporto del Centro Servizi Volontariato Salento, in collaborazione con la Caritas Diocesana di Lecce, sono 41mila i bisognosi nel nostro territorio che dal 2010 ricorrono all’assistenza alimentare del Banco delle Opere di Carità, il doppio rispetto all’anno precedente. Un vero e proprio “esercito” di nuovi poveri, fatto di famiglie monoreddito, anziani e stranieri che ogni giorno chiedono aiuto a volontari e istituzioni 
 
I dati forniti dal rapporto “Visti da noi. Lo sguardo del volontariato sui bisogni del territorio” stilato dal Centro Servizi Volontariato Salento parlano chiaro: il disagio sociale e la crisi economica che attanagliano le famiglie salentine sono in costante aumento. Al punto che, nel breve volgere di dodici mesi, il numero delle persone assistite sul fronte alimentare attraverso il Banco delle Opere di Carità è raddoppiato. Un anno fa facevano richiesta di assistenza circa 20mila salentini, a settembre scorso (la data cui fa riferimento la “fotografia” scattata dal Csvs), il numero era salito a quota 41mila. Un esercito di persone che vivono con la necessità di compiere salti mortali per arrivare a fine mese e mantenere fede con dignità agli impegni economici assunti.
In queste pagine trovano spazio i temi di un report che il Centro Servizi ha svolto in giro per la provincia, ascoltando le associazioni che direttamente affrontano l’emergenza sul campo, ovvero le parrocchie, le Caritas, i servizi sociali dei comuni e degli ambiti territoriali, e gli enti di solidarietà. Una provincia che, come sottolinea il rapporto, è in “bilico tra la necessità di tamponare le situazioni di disagio ed il bisogno di offrire risposte di ampio respiro, fuori da una logica di assistenza, orientato alla cooperazione ed allo sviluppo del territorio”.
Quella relativa allo “sviluppo” è semplicemente un’aspirazione velata, per la verità. Migliaia di famiglie monoreddito e di cassaintegrati sono invece impegnati quotidianamente a lottare per l’indispensabile, come un pasto caldo ogni giorno e per il bisogno (uno dei tanti) di dover pagare una rata del mutuo per non vedersi pignorare anche le proprietà.
È anche per questo che il Banco delle Opere di Carità di Puglia, che ha sede centrale ad Alessano, ha aperto un nuovo deposito a Squinzano, una struttura capace di venire incontro alle richieste ed alle esigenze del nord Salento. “Dal 2004 abbiamo visto più che raddoppiare le persone che hanno bisogno -afferma don Lucio Ciardo, presidente del Banco delle Opere di Carità-. Ci sono famiglie con difficoltà ad inserirsi nel tessuto sociale o che si trovano al di sotto della soglia di 800 euro al mese, in situazioni di povertà assoluta. E se prima bastava un sostegno soft -conclude don Lucio- ora ce ne vuole uno forte”. 
 
In prima linea anche Provincia di Lecce e Regione Puglia
 
Che il quadro sia desolante in Puglia e nel Salento è stato confermato lunedì scorso nel corso di un seminario su “Povertà e diritti negati”, svolto presso l’Aula magna A della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università del Salento, a conclusione della settimana de “Il volontariato in Università”. Al convegno promosso dal Centro Servizi Volontariato Salento si è discusso di una “situazione critica e di nuove povertà dimenticate e criminalizzate”.
“La povertà -ha spiegato Maurizia Pierri, professore associato di Diritto pubblico comparato- dà luogo a circoli viziosi di involuzione perché crea ulteriore povertà e porta gli individui ad assuefarsi a questa condizione, non riuscendo a trovare la forza per attuare un cambiamento”. Il rapporto Caritas/Zancan riferito al 2010, stabilisce che in Puglia il 21,1% delle famiglie residenti (il doppio rispetto alla media nazionale) vive ben al di sotto della soglia di povertà. Le meritevoli azioni svolte dalle associazioni di volontariato sopperiscono alla “distratta” attività della politica, che pure avrebbe a disposizione mezzi e strumenti per intervenire. Ma qualcosa comincia a muoversi da parte delle istituzioni. 
La Provincia di Lecce per mezzo dell’Assessorato alla Sicurezza e Qualità Sociale ha lanciato l’idea del “microcredito di solidarietà” per le famiglie che versano in condizione economiche di svantaggio sociale ed economico. Uno strumento che intende facilitare l’accesso al credito dei nuclei che hanno difficoltà ad acquistare beni durevoli e servizi primari. Tra i beneficiari, persone anziane non auto-sufficienti, famiglie numerose o monogenitoriali con figli minori, quelle con figli disabili o anziani invalidi a carico, quelle costituite da giovani coppie con età dei componenti non superiore a 36 anni. 
Non mancano le iniziative anche da parte della Regione Puglia. Tra i progetti in campo quello relativo al “Credito a inclusione sociale” per favorire l’accesso al credito dei “cittadini invisibili” (giovani sotto i trent’anni, immigrati, precari, famiglie monoreddito); a nuovi finanziamenti per avviare nuove piccole imprese con la disponibilità di somme a fondo perduto e, da ultimo, un programma che l’Assessorato alle politiche di Welfare ha annunciato di attuare per la promozione di un’azione di “raccordo tra politiche di sviluppo economico e sociali, di contrasto alla povertà e di inclusione sociale”, che coinvolgerà i 45 Ambiti territoriali sociali presenti in Puglia. In ballo ci sono oltre 10 milioni di euro.
 
Daniele Greco